È quanto dichiara Giuseppe Caputo, già sindaco dell’originaria Città di ROSSANO definendo intollerabile lo stato complessivo di caos che per concorso di responsabilità si registra su tutto il vasto territorio comunale.
La situazione di abbandono e degrado in cui, in particolare, versano il centro storico ed il cimitero di ROSSANO – continua – rappresentano un segnale fin troppo chiaro, tra i tanti altri osservabili da chiunque, di come non vi sia un governo all’altezza ed adeguato, per risorse ed incapacità di gestione, alla portata ed alla sfida così grande della Città unica. Tanto da peggiorare perfino le condizioni di partenza!
Nella percezione dei residenti di ROSSANO, ma immagino sia lo stesso nel centro storico e nell’area territoriale di CORIGLIANO, ciò che è sensibilmente aumentato sono soltanto i disagi e le emergenze. Che – scandisce l’ex Sindaco – non vengono affrontate o vengono affrontate così male da un apparato comunale unitario scombussolato nelle sue funzioni e che non soltanto non è diventato la somma dei due precedenti ma che complessivamente funziona peggio, sia a ROSSANO che a CORIGLIANO, di come i due sistemi amministrativi funzionavano separatamente prima della fusione.
Altrimenti, sempre per restare al solo territorio di ROSSANO – aggiunge – non si lascerebbe il centro storico di una Città d’arte per una intera estate ed a tutt’oggi letteralmente in preda ai topi di tutte le dimensioni (ormai pare superiori ai residenti!) e, come in questi giorni, completamente senz’acqua per 96 ore (sempre che si risolva oggi qualcosa!) a causa di una ennesima rottura su una condotta, con interventi programmati e messi in atto sicuramente con ritardo. Per non parlare del cimitero che da esemplare nel territorio e nella regione è diventato oggi irriconoscibile a causa dell’abbandono nel quale versa.
E senza dimenticare – va avanti – la somma di disagi ulteriori derivanti, per l’area di ROSSANO diventata ormai quasi una frazione, da quella che, di fatto, è stata percepita dai dipendenti e soprattutto dall’utenza come la incomprensibile soppressione dell’ufficio protocollo preesistente.
Non è possibile, e su questo non si può non essere d’accordo con i tanti cittadini che incontro e ascolto ogni giorno, che la fusione di due grandi città non soltanto non stia determinando maggiori e concrete opportunità ma che essa stia addirittura creando, nell’utente finale, disagi ingigantiti rispetto a prima.
Per un numero sempre più crescente, dalle migliori ambizioni ed intenzioni iniziali il progetto di fusione pare si stia trasformando in un vero e proprio mostro burocratico e disordinato sempre più ingestibile ed incontrollabile tanto obbligare diffusamente a non pochi rimpianti. – Ecco perché va con urgenza impressa una sterzata decisionista e capace di dare risposte e soluzioni ad un popolazione che, piaccia o meno, oggi pensa di esser caduta dalla padella alla brace! E va fatto anche e soprattutto in questa delicatissima fase commissariale che, senza peli sulla lingua, non sta affatto determinando gli effetti che ci si aspettava e che anzi non sta soddisfacendo nessuna delle aspettative riposte dalla gente nella nuova città. Bisogna fare in fretta ed assumersi ciascuno le proprie responsabilità. Perché il rischio – conclude Caputo – è che la delusione montante e comprensibile alimentino, se ciò non è già accaduto, progetti altrettanto democratici ed altrettanto legittime raccolte firme per un nuovo referendum per il ritorno alle due città originarie.
(comunicato stampa)