Nello specifico alle prime luci dell’alba di oggi i militari del Nucleo Operativo di Corigliano, unitamente alle unità cinofile dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Vibo Valentia facevano irruzione all’interno di un’abitazione sita in Contrada Occhio di Lupo appartenente ad una coppia con innumerevoli precedenti, ancrhe per droga, ma attualmente occupata dalla sola donna, in quanto il marito si trova ristretto presso la Casa Circondariale di Castrovillari.
Una volta all’interno, oltre alla signora veniva appurata la presenza di un uomo. Gli stessi venivano resi edotti delle facoltà di legge e quindi si dava inizio alle attività di perquisizione. Nonostante le due persone non si dimostrassero collaborative ed affermassero di non detenere nulla in casa, la loro agitazione aumentava velocemente, soprattutto perché oltre l’attività dei militari, il cane “Jettamor’s” iniziava ad annusare qualcosa di sospetto. Infatti nella cucina, sopra una mensola, vi era una bambola di porcellana ed il carabiniere a quattro zampe indicava insistentemente la stessa, attirando l’attenzione di tutti i militi. Quindi si prendeva la bambola e sotto la stessa erano nascosti diversi barattolini in plastica, che contenevano circa 8 grammi di cocaina, divisi in ben 24 dosi pronte per la vendita, nonché circa 5 grammi di sostanza da taglio utilizzata verosimilmente per allungare la cocaina pura. Ma i ritrovamenti non erano ancora conclusi, poiché dentro un cassetto della cucina i Carabinieri rinvenivano un bilancino di precisione con residui della medesima sostanza. Poco dopo venivano scoperti anche 1.100 euro, alcuni nascosti nel pantalone dell’uomo, mentre la parte più consistente addirittura celata nella culla del bimbo di pochi mesi. Tutto il materiale così trovato veniva sottoposto a sequestro penale.
Per la donna M.D.L., 26enne rumena, con molti precedenti e per l’uomo, D.V.L.P., 30enne tedesco ma domiciliato a Corigliano, incensurato, scattavano le manette con l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Gli stessi venivano tradotti in regime di arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni e dovranno comparire nelle aule del Tribunale di Castrovillari per essere giudicati con il rito direttissimo, cosi come deciso d’intesa con la Procura di Castrovillari, coordinata dal Dott. Eugenio Facciolla.
(comunicato stampa)