Una semplice considerazione: la fusione serve per unire, non per dividere o sopprimere. Domenico Bagnato questo non l’ha mai capito. Convinto di essere a Pozzuoli durante il commissariamento antimafia, certo da Maggio in poi di vedere Corigliano-Rossano soltanto in cartolina, sta amministrando come il ras del quartiere, senza alcun confronto né interlocuzione con la città. Lo fa bene? Per nulla, un totale disastro. E con colpe gravi. Si pensi per esempio alla mancata presa di posizione sulla centrale a biomasse di Sant’Irene; alla mancata presa di posizione sulla gara del Depuratore Consortile nel momento in cui l’azienda principale del consorzio ha ricevuto l’interdittiva antimafia; alla mancata rotazione del personale, in violazione della normativa vigente; al conferimento tutt’ora in corso dell’incarico di responsabile dell’ufficio legale a chi è stato valutato dal nucleo di valutazione dell’ex Comune di Corigliano Calabro come “non conforme”, ovvero col giudizio peggiore, in violazione del regolamento degli uffici e dei servizi del Comune, mentre il Comune accumula debacle legali come quella del Palazzetto di Insiti.
In una parola, Bagnato è incompatibile con il suo ruolo e mi auguro venga rimosso al più presto.
Di tutto quello che avrebbe dovuto fare (rotazione del personale, stesura di statuto e regolamenti, blocco di progetti che rischiano di inficiare il progetto di fusione eccetera) il commissario non ha fatto nulla, ed insiste nel fare cose che non sono di sua competenza, a partire da chiusure e depotenziamenti degli uffici. Queste sono scelte strategiche e delicate che spettano alla rappresentanza della città, compresa la soppressione della parte amministrativa del Comando di Polizia Municipale del versante Rossano: se questo tentativo non verrà ritirato, il due gennaio chiamiamo tutta la popolazione davanti agli uffici della Polizia Municipale per organizzare una mobilitazione che non avrà come parola d’ordine questo o quel provvedimento, ma le dimissioni di Bagnato e dell’intera giunta commissariale.
Ed a proposito di incompatibilità, la dott.ssa Greco continua ad essere sub-commissario di un comune di 80 mila abitanti mentre riveste contemporaneamente un incarico ministeriale che la porta spesso a Roma. L’ho già detto tra le righe qualche settimana fa, ora lo dico esplicitamente: questa città ha bisogno di amministratori full-time, per cui il sub-commissario rinunci all’incarico ministeriale o rinunci all’incarico di sub-commissario.
Ed ancora, l’Ambito Territoriale Ottimale di Cosenza, quell’aborto prodotto dalla legge di riordino del settore rifiuti dalla Giunta Scopelliti ed ancora non modificata dalla Giunta Oliverio, ha individuato in Bucita, cioè in Corigliano-Rossano, l’impianto di trattamento di tutti i rifiuti della provincia, dal 2019 al 2039, o almeno così si legge nella nota emanata dal Dipartimento Politiche per l’Ambiente della Regione. Già perchè sull’albo pretorio del Comune di Cosenza, sede dell’ATO, gli atti di questo importante organo non sono ancora disponibili nonostante le riunioni fatte nel mese di Dicembre siano state molte, e nell’unico verbale disponibile il commissariato Comune di Corigliano-Rossano, rappresentando 80 mila abitanti quindi con un peso enorme, si esprime tranquillamente a favore di impianti, di provvedimenti, di strategie proposte dal presidente dell’Ato, il Sindaco di Rende, Manna. Una scelta, quella del Presidente dell’Ato, tutta in salsa cosentina. Ora mi chiedo: sulla base di cosa il rappresentante di Corigliano-Rossano si esprime rappresentando 80 mila abitanti? E soprattutto, è il commissario di Corigliano-Rossano che parla, oppure il segretario comunale di Rende, Lizzano, ovvero del comune di cui il presidente dell’ATO è Sindaco?
Invito il sub-commissario Lizzano a continuare a fare il segretario comunale di Rende, ruolo che certamente svolge benissimo, e dimettersi immediatamente da sub-commissario del Comune di Corigliano-Rossano, ruolo per il quale è palesemente incompatibile.
Il Dipartimento Politico per l’Ambiente trovi le soluzioni per utilizzare l’impianto di Corigliano-Rossano solo per il comprensorio per il quale l’impianto stesso è progettato: se il resto della provincia non è in grado di trattare i rifiuti, se ne assuma le responsabilità senza scaricare sull’unico territorio che si è prestato, negli anni, ad ospitare un impianto pubblico. Contestualmente invito il Consiglio Regionale a rivedere quell’aborto di legge di riordino che ha strutturato degli ambiti ottimali che tutto sono tranne che ottimali, come andavo predicando (nel deserto) negli anni passati e come ho detto chiaramente in Commissione Ambiente della Regione proprio durante la discussione della legge.
Qualche anno fa, per evitare che Bucita ed il porto di Schiavonea diventassero la piattaforma di trattamento rifiuti della Provincia di Cosenza, ho partecipato insieme a tanti cittadini a due manifestazioni ed un presidio durato più di un mese, che è costato a me, a Giuseppe Campana e Bebè Cherubini (attivisti del Comitato Bucita) un processo penale tutt’ora in corso.
Forse qualcuno spera che, in vista della amministrative, la reazione in questo caso sarà inferiore. Se il Dipartimento Ambiente non rivede questo provvedimento, la reazione sarà peggiore, anche se questo dovesse causare l’impossibilità di candidarmi a Sindaco alle prossime amministrative: insieme a tutti coloro che mi stanno accompagnando, intendo governare un territorio, non l’isola della monnezza della Provincia di Cosenza.
Flavio Stasi
Portavoce Movimento Corigliano-Rossano Pulita