Nel Dicembre 2013 la Regione Calabria, all’epoca retta dal Governatore Scopelliti, dall’Assessore Pugliano e dal dirigente Gualtieri, tentò di trasformare il sito di Bucita ed il Porto di Schiavonea nel sito di stoccaggio rifiuti di tutta la provincia di Cosenza. 750 tonnellate di “tal quale” al giorno. La reazione da parte del nostro comitato fu molto semplice: un presidio di più di un mese davanti all’impianto, con due manifestazioni che hanno invaso la statale, fin quando la Regione non ritirò quell’indecente provvedimento.
Oggi i nomi cambiano: Oliverio, Rizzo, Reillo, con la collaborazione dell’ATO di Cosenza e del Sindaco di Rende Manna, e forse grazie a quest’ultimo il tentativo è ancora peggiore. Secondo la nota del Dipartimento Ambiente, infatti, l’impianto di trattamento di Bucita, che è stato progettato solo per trattare i rifiuti del comprensorio, dal 2019 al 2039 dovrebbe “ospitare” i rifiuti di tutta la provincia di Cosenza. Già perchè il resto della provincia è sprovvista, praticamente da 30 anni, di impianti di trattamento pubblico.
Quindi secondo il disegno geniale del Dipartimento Ambiente, l’unico territorio che ha concesso un sito per un impianto pubblico ormai da più di vent’anni, dovrebbe sorbirsi i disastri anche del resto della Provincia, come se non fossero bastati i disastri di ben due discariche di cui una oggetto di ripetuti sequestri e certamente luogo di smaltimento illegale di rifiuti sconosciuti, oltre ad un impianto disastrato anch’esso oggetto di ripetuti sequestri e che non ha mai funzionato a dovere. E magari, giacchè ci siamo, utilizziamo la sibaritide anche per una mega discarica, così Cosenza e Rende fanno di Corigliano-Rossano e dello ionio la propria isola della monnezza.
Si tratta di un piano criminale, che non permetteremo.
In primis, il sub-commissario Lizzano che ha partecipato illegittimamente all’ATO Cosenza rappresentando il nostro territorio, si dimetta immediatamente. Il suo doppio ruolo di sub-commissario e segretario comunale di Rende, che nel frattempo si è accaparrato – anche grazie all’inspiegabile astensione di Corigliano-Rossano – la presidenza dell’ATO, lo rende incompatibile e si tratta di un comportamento istituzionalmente indegno.
Ma soprattutto il Dipartimento Ambiente ritiri immediatamente il provvedimento indecente e criminale con il quale si direziona tutta l’immondizia della provincia di Cosenza su Bucita, senza se e senza ma. L’assessore Rizzo ed il dirigente Reillo diano delle risposte chiare.
La mobilitazione, in caso contrario, è inevitabile ed esattamente come quattro anni fa sarà civile, ma decisa e senza sosta. Gli avvisi di garanzia giunti ai nostri attivisti a seguito delle mobilitazioni non ci fermeranno, né rallenteranno.
Convochiamo fin da ora un presidio sulla strada che porta all’impianto per il 12 Gennaio, ed in questi giorni inizieranno le iniziative in preparazione di una mobilitazione popolare, al quale inviteremo le associazioni di categoria, i sindacati, i sindaci del comprensorio, tutte le forze politiche.
Il nostro territorio ha già dato alla Regione con impianto e discariche; la nostra comunità ne sta ancora pagando il prezzo con tumori, danni all’agricoltura ed inquinamento, ora basta.
Comitato in Difesa di Bucita e del Territorio