LE INDAGINI La vicenda traeva origine da una complessa ed articolata attività d’indagine all’esito della quale, su richiesta della Procura della Repubblica, il Gip emetteva una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di più persone indagate di plurime cessioni di sostanza stupefacente del tipo eroina e cocaina. Proprio nell’ambito di tale attività di indagine emergeva il coinvolgimento di M.G. Nello specifico, veniva intercettata un’utenza telefonica intestata ad altra persona, ma di fatto in uso al 60enne, circostanza riscontrata in quanto non solo la sua voce era nota agli inquirenti ma anche perché nelle conversazioni l’uomo si presentava con nome e cognome. Da numerose telefonate emergeva che M.G. si era adoperato per procurare ad un suo amico, residente nel nord Italia, una pistola, che risultava appartenere ai Carabinieri e pertanto catalogata come arma da guerra, con numero di matricola eliminato a seguito di limatura. In particolare, dalle conversazioni risultava l’approfondita conoscenza delle armi da parte dell’imputato, che spiegava al soggetto interessato all’acquisto la differenza tra arma da guerra e arma civile, specificandone la clandestinità per via della limatura della matricola. Nella ordinanza applicativa di misure cautelari personali, il Gip scriveva che sulla base elementi raccolti si poteva ritenere con certezza che il 60enne avesse la disponibilità di armi comuni da sparo e da guerra, almeno di un esemplare per ciascun tipo, e che lo stesso risultava gravato da precedenti penali inerenti reati contro la persona e detenzione abusiva di armi.
IL PROCESSO Nei confronti del 60enne si è celebrato il processo dinanzi al Tribunale di Castrovillari che, all’esito, in totale accoglimento delle richieste avanzate dall’Avv. Francesco Nicoletti ha assolto l’imputato dal reato di detenzione e vendita di una pistola da guerra clandestina con la formula “perché il fatto non sussiste”.
(comunicato stampa)