Lo sostiene il consigliere regionale Gianluca Gallo, sollecitando chiarimenti urgenti sul destino dell’investimento da oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro che dovrebbe cambiare il volto della statale tra Sibari e Roseto Capo Spulico, con la realizzazione di un nuovo tracciato con doppia carreggiata con due corsie per senso di marcia in un tratto di 35 chilometri oggi anche parzialmente inserito nel cuore di alcuni paesi dell’alto Ionio cosentino, lungo l’asse che dovrebbe unire il corridoio adriatico a quello tirrenico attraverso lo snodo di Sibari, dove a fatica si sono di recente portate a compimento le opere per il rifacimento della statale 534, anello di congiunzione con la A2 “Salerno-Reggio Calabria”.
«Nel febbraio del 2018 – ricorda il capogruppo della Cdl – il Cipe diede finalmente il via libera alla progettazione definitiva revisionata del tratto tra Roseto e Trebisacce e il presidente della giunta regionale e l’intero centrosinistra si prodigarono in festeggiamenti e conferenze itineranti per annunciare urbi et orbi l’imminente apertura dei cantieri. Un anno dopo, però, quell’euforia ad uso elettoralistico è stata spazzata via dalla realtà dei fatti».
Ad oggi, secondo l’esponente della Cdl, «poco o nulla si muove, nonostante il formale impegno del ministro delle infrastrutture, Danilo Toninelli, che nelle sue dichiarazioni, anche in quelle scarne rilasciate sul tema durante la sua recente visita a Corigliano, ha sempre garantito il rispetto degli impegni e precisato come nei termini prestabiliti, cioè entro la metà di marzo del 2019, si sarebbe proceduto alla definizione e consegna della progettazione esecutiva, per i successivi adempimenti». Tuttavia, osserva Gallo, «ciò non è avvenuto. Sulla questione dei ritardi, già lo scorso ottobre avevo presentato un’interpellanza, alla quale la giunta regionale rispose assicurando che entro il 16 marzo 2019 avrebbe avuto luogo la consegna del progetto esecutivo in favore di Anas, la quale dal canto suo avrebbe dovuto poi approvarlo nei 420 successivi per dare così modo di procedere alla consegna formale dei lavori entro l’11 novembre 2019. Ma come evidenziato a più riprese anche dal mondo dell’associazionismo, la progettazione ancora non c’è e difficilmente potrà vedere la luce prima dell’estate». Ritardi ormai acclarati e ufficiali, che vanno a sommarsi a quelli già accumulati nel corso dei decenni. «Per carità di patria – incalza Gallo – evito di sottolineare le rassicuranti prese di posizione della giunta Oliverio, che alle mie perplessità ribatteva spiegando che i tempi sarebbero stati addirittura anticipati. Quanto accade è la dimostrazione di una colpevole superficialità che chiama in causa anche il Governo e la deputazione parlamentare calabrese, in particolare quella di maggioranza che peraltro annovera diversi deputati e senatori della Sibaritide: qual è l’impegno profuso per rispettare il cronoprogramma e l’apertura dei cantieri per l’ammodernamento della statale 106?» Un quesito condito da un dubbio: «Non vorremmo che tale almeno apparente disinteresse fosse ispirato dall’ormai manifesta avversione alle grandi opere: ci rifiutiamo di credere possano rispondere a verità le indiscrezioni secondo le quali anche l’adeguamento della Ionica sia finito su un binario morto. Inevitabile pertanto richiamare Regione e Mit alle proprie responsabilità: auspico chiarimenti immediati, non fosse altro per rispetto dei calabresi» (Comunicato Stampa).