Sibaritide – Trenitalia continua a mantenere un atteggiamento ostativo nei confronti prevalentemente dell’alto jonio cosentino. Si prospettano altre soppressioni di quel che rimane in termini di attività a Sibari, mentre lungo tutta la costa jonica lo stato di totale isolamento è confermato dall’esistente: è presente una sola biglietteria aperta (da Roseto a Reggio) che è quella di Catanzaro. Binario unico, non elettrificato (i lavori sono iniziati ma non è dato sapere quando saranno consegnati), con solo due intercity Taranto – Reggio ( due carrozze) e solo convogli regionali (sparito lo Swing tanto annunciato in pompa magna), al cospetto di una tratta (quella tirrenica) a doppio binario, elettrificata, con treni a lunga percorrenza, stazioni aperte ( Reggio, Villa S.Giovanni, Vibo, Lamezia, Paola) e connessa all’alta velocità. Per lo jonio continua ad essere un dramma tale stato di cose, che grava non solo sull’utenza quotidiana ma anche e soprattutto sugli operatori turistici. L’unica novità per l’orario estivo è rappresentata da una fermata all’Acquapark. Per Trenitalia dunque, l’alto jonio cosentino commercialmente non esiste. Ma non esiste anche perché Trenitalia ha assunto da lunghi anni un atteggiamento rinunziatario e non competitivo con quel che è il traffico su gomma. Questa mattina, secondo quanto emerge, pare che la Senatrice Silvana Abate, abbia tenuto un incontro a Sibari all’interno del quale si dice speranzosa circa l’attivazione del freccia argento Sibari- Paola- Roma seppure al momento non vi siano notizie concrete, né tale corsa appare nell’orario estivo. Eppure non sussiste alcun impedimento tecnico. La battaglia per rivendicare il diritto alla mobilità pubblica su sposta su due versanti: Trenitalia e Rfi. E in questo la politica gioca un grosso ruolo.