“La Costituzione attribuisce alle regioni competenza in materia di sanità. Tuttavia l’art. 120 Cost. legittima l’intervento sostitutivo del governo, in casi straordinari e molto gravi. E straordinaria, ed estremamente grave, è la situazione della sanità calabrese, che oggi vanta un disavanzo di bilancio di oltre 170 milioni di euro, che oggi vede la cronaca giudiziaria, raccontarci di indagini e di provvedimenti giudiziari per infiltrazione mafiosa di ASP calabresi”, così Forciniti in apertura del suo intervento.
“Abbiamo il disavanzo delle casse pubbliche più alto d’Italia. A fronte di cosa? A fronte dei Livelli essenziali di assistenza più bassi della nazione”, tuona poi il parlamentare calabrese. “Il Decreto Calabria è uno strumento, ora molto dipende da come verrà utilizzato. Il commissario ad acta avrà la possibilità di effettuare verifiche straordinarie su tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere della regione. All’esito di tale verifica potrà licenziare in tronco i rispettivi direttori e sostituirli con nuovi, che a loro volta potranno verificare l’operato dei vari funzionari.
Dal Decreto Calabria può partire un percorso di risanamento della sanità calabrese.
Con lo stesso arriva anche lo sblocco del turnover. Diversamente avremmo assistito imperterriti al collasso della nostra sanità” , così in chiusura Forciniti.
“Sedici articoli. I primi 10 dedicati all’emergenza sanitaria calabrese, 3 al sistema sanitario nazionale, gli ultimi 3 ad adempimenti e conclusioni.
Il Decreto Calabria si presenta semplice ma con un obiettivo forte: riportare la legalità nella sanità calabrese. Perché senza legalità il sistema sanitario è tutt’altro che sano”, così invece Sapia, che nella sua introduzione ripercorre poi, brevemente, le tappe dei suoi interventi sul sistema sanitario regionale.
“Con il Decreto Calabria lo Stato risponde presente ad esigenze che nascono da lontano.
Dal 2009, dal piano di rientro, dalla nomina a commissario di Scopelliti, da quando sono stati nominati dei primari per reparti inesistenti, mentre qui da noi mancava il primario di ortopedia. Finendo con i 170 milioni di euro di disavanzo, lasciati da Scura, a cui dobbiamo aggiungere i 320 milioni di euro di emigrazione sanitaria. Con l’approvazione del Decreto avremo una chiara e puntuale rappresentazione della nostra sanità: quanti reparti abbiamo, quanto personale?
Con il piano di rientro abbiamo assistito alla chiusura di molti reparti, tuttavia il personale non è stato licenziato, e oggi molto di questo personale si imbosca con la compiacenza della politica.
Il Decreto Calabria, in definitiva, vuole togliere la politica dal sistema sanitario”, così in conclusione Sapia.
Giulio Cavallo
(comunicato stampa)