Rossano: torrenti, fiumare e fossi. A quando la pulizia?

alluvione

di SERAFINO CARUSO

alluvione citreaCosì come la nevicata di martedì scorso, diventata un disagio per tutta la rete stradale della Calabria del nord (un vero e proprio incubo), anche la pioggia, in questa Regione, può diventare un problema.
Un grosso problema. Se si pensa che le tracce dell’alluvione che ha colpito Rossano, Corigliano e i centri limitrofi lo scorso 12 agosto sono ancora ben visibili sul territorio, vuol dire che il vizietto dei ritardi è cronico. Un vizio tutto calabrese. Quando succede una calamità in Calabria, i danni si amplificano. Fiumi in piena, torrenti esondati, strade dissestate. Sotto la lente d’ingrandimento, sono finiti i fiumi e i torrenti. Che spesso e volentieri non vengono ripuliti. Nei loro alvei, vi si trova di tutto. Una manutenzione ordinaria costante sarebbe, oltre che necessaria, un segno di civiltà. Un segno di cambiamento. Non c’è stata in passato nella maniera in cui ci sarebbe dovuta essere. E ancora non c’è. Perché i fiumi restano invasi dai detriti provenienti dalle montagne circostanti. Oltre che (ma questo è un altro discorso, legato alla coscienza civica) da materiale di varia natura gettatovi da cittadini incoscienti.
I Comuni di Rossano, Corigliano e altri hanno segnalato tutte le criticità. Le emergenze. Perché le competenze non sono comunali. Se non sui piccoli fossi di scolo.
Sui quali, peraltro, ad esempio il Comune di Rossano è intervenuto nei giorni successivi all’emergenza. Fu l’allora Sindaco Giuseppe Antoniotti a voler effettuare subito una ricognizione dei fossi di scolo. Vennero scoperti molti scoli abusivi e altre anomalie. Le competenze, dicevamo. Tutti i corsi d’acqua sono di esclusiva competenza della Regione. La competenza generale del reticolo idrografico regionale è dell’Autorità di Bacino regionale (A.B.R.). Da qui derivano, poi, le competenze settoriali. Che fino a qualche anno addietro erano affidate alle Province. Adesso sono ritornate in capo agli Enti regionali.
Tranne che i canali artificiali realizzati dai Consorzi di bonifica. Questi restano di competenza degli stessi Enti che li hanno realizzati. Si tratta di quei canali costruiti, nella Sibaritide, dopo l’alluvione del 1965 tramite l’intervento della Cassa per il Mezzogiorno. I Consorzi ne hanno la gestione sia per la manutenzione ordinaria che per quella straordinaria. Quindi, Regione Calabria (con Calabria Verde) e Consorzi di bonifica devono provvedere alla gestione dei corsi d’acqua. Che siano fiumi, torrenti, fiumare, canali.

LE COMPETENZE DELLA REGIONE E DEL CONSORZIO DI BONIFICA DELLO JONIO
Le competenze per la manutenzione di tutti i corsi d’acqua spettano alla Regione.
Soltanto quella per la manutenzione dei canali artificiali, come abbiamo visto, spetta ai Consorzi di Bonifica. La Regione Calabria, con l’ausilio di Calabria Verde (Ente strumentale della Regione Calabria), è impegnata nel riordino del settore della forestazione del territorio.
Tra i suoi impegni specifici, rientrano l’attività di “servizio, di monitoraggio e sorveglianza idraulica della rete idrografica regionale” e la “prevenzione e il risanamento dei fenomeni di dissesto idrologico e idro-geologico”.
Calabria Verde, nel caso specifico dei fiumi, adempie a questo dovere con i cosiddetti “sorveglianti idraulici”: operai che percorrono a piedi i letti delle fiumare e dei torrenti per registrare eventuali anomalie sia degli argini che degli stessi alvei.
Il lavoro è stato effettuato nell’intera zona della Sibaritide e le schede di monitoraggio redatte sono state inviate al Dipartimento competente della Regione Calabria.
Il Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio cosentino, con sede a Trebisacce, ha la competenza sui canali artificiali.
Dopo l’alluvione del ’65, si pensò di intervallare i torrenti con un canalone artificiale.
La logica era quella di rompere la portata dei torrenti con questi canali, che nella sola Piana di Sibari superano i 400 km.

MILIONI DI EURO IN ATTESA DI ESSERE SPESI
All’indomani dell’alluvione, la Regione Calabria ha coordinato tutte le forze e si è messo a punto un piano di intervento per ristabilire l’ordine naturale del territorio danneggiato e per una manutenzione ordinaria e straordinaria incisiva.
Due sono i progetti che attualmente interessano i fiumi e i torrenti. Il primo, del valore complessivo di circa 4 milioni di euro, è stato redatto proprio in virtù di quanto successo il 12 agosto. È della Regione Calabria, con fondi del PSR 2007/2013, misura 126, e riguarda proprio i territori di Corigliano e Rossano.
Il Dipartimento Agricoltura della Regione e Calabria Verde, appena pronti i progetti esecutivi, daranno il via alle operazioni.
Un secondo progetto riguarda la difesa idrogeologica, è finanziato con fondi del Ministero dell’ambiente ed è sempre del valore di circa 4 milioni di euro.
È stato pensato prima dell’evento alluvionale di agosto e riguarda, nello specifico, la riduzione del rischio idrogeologico. Quindi riparazione di argini rotti (ad esempio nel torrente Cino ci sono dei plinti di entrambi gli argini che si sono staccati ormai da diversi anni e nessuno li ha mai fatti riparare) e sistemazione degli alvei.
Con questo progetto, si potrebbero sistemare anche i torrenti Leccalardo, Malfrancato e San Mauro di Corigliano. Che da anni versano in condizioni precarie. C’è poi un terzo progetto. Si chiama “Progetto Alvei”.
Interessa la sistemazione di tutti i corsi d’acqua. Con pulizia della vegetazione spontanea, rimozione delle discariche abusive, inerti, ecc.
Questo progetto ha un valore di intervento complessivo per tutta la Calabria di circa 70 milioni di euro. Non appena sarà reso definitivo ed esecutivo, partiranno i lavori.
Che vedrà impegnati mezzi e personale della Regione.

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