È così che, per la Calabria, il completamento di interventi di restauro già in corso accomuna il minuscolo teatro romano di Gioiosa Ionica, la Chiesa di S. Maria della Neve di Tropea, il Convento dei Cappuccini di Roccella Ionica, la Matrice di Stilo, la Chiesa degli Ottimati di Reggio. Da avviare, invece, il restauro dell’ex Collegio dello Spirito Santo di Vibo. Per il Museo di Mileto saranno sostenuti progetti di miglioramento della fruizione e valorizzazione; a Rosarno si interviene, invece, per la messa in sicurezza e l’adeguamento dei depositi. Al Museo Archeologico di Sibari, ‘perso’ in mezzo alle risaie della piana omonima, sarà assicurato un nuovo impianto di illuminazione esterna, mentre nel Parco archeologico di Locri al miglioramento dei percorsi per i visitatori (anche disabili) si accompagna il recupero di alcuni immobili funzionali al parco stesso. Gli Archivi di Catanzaro e soprattutto di Cosenza, insieme alla Biblioteca della città bruzia, assorbiranno altre risorse per le loro necessità. Questo è tutto.
Mancano all’appello, dunque, non solo Crotone e Marchesato ma, se escludiamo gli istituti preposti al patrimonio documentale e librario, anche Cosenza e l’intera provincia di Cosenza (salvo Sibari), Catanzaro e l’intera provincia di Catanzaro. Per Crotone e circondario, assenti l’Archivio di Stato e la Biblioteca Nazionale, solo il Polo Museale della Calabria e la Soprintendenza ABAP per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone avrebbero potuto avanzare richieste. Il titolare di quest’ultima, avendo preso servizio lunedì 11 luglio 2016, ha esaurito il suo mandato triennale proprio in queste ore, tant’è che la sua poltrona è disponibile a far data da oggi, 10 luglio, e l’interpello per sostituirlo è già stato bandito. Non ha lasciato traccia di sé, evidentemente, neppure assicurando risorse per il ‘dopo’. Lo stesso dicasi a proposito del Polo Museale, che tuttavia ha in corso ed eseguirà lavori nel Parco di Capo Colonna.
Il convitato di pietra, però, se ce n’è uno, è il progetto “Antica Kroton”: a fronte di oltre 60 milioni di euro da spendere interamente intervenendo sul patrimonio culturale pubblico, chi avrebbe assegnato a Crotone altre risorse?! Chi, soprattutto, lontano dalle rive dello Ionio, potrebbe mai supporre che con una cifra simile l’amministrazione comunale di Crotone, investita del compito con il favore della Regione, non abbia progettato di mettere in valore tutti i suoi beni culturali, a cominciare da Capo Colonna?! (Comunicato stampa).