Bene ha fatto il Presidente dell’Associazione Basta Vittime della 106 Fabio Pugliese a dare vita a una iniziativa di sensibilizzazione delle masse riguardo alla discutibile richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Cassino sulla morte di Stanislao Acri, Daria Olivo e il piccolo Pier Emilio avvenuta proprio un anno fa. Un provvedimento che sembra cadere in stridente contraddizione con la dinamica dell’incidente su più aspetti: la carenza di dati scientifici comprovanti le mancate responsabilità dell’indiziato, la violazione delle distanze di sicurezza e il principio scolastico secondo cui chi tampona ha sempre torto. Come testata giornalistica nei giorni scorsi abbiamo inteso trattare l’argomento con i familiari di Stanislao, con l’ufficio legale e con il consulente di parte che ha redatto una perizia sul caso. I dubbi e le incertezze sono talmente evidenti da far tremare i polsi. Necessita un atto di trasparenza forte e marcato, perché non è solo un fatto di giustizia o di legalità, ma potrebbe esserci dell’altro su cui porre la massima attenzione. L’appello rivolto dal Presidente Pugliese è importante ai fini formali e sostanziali. Occorre far sentire praticamente la presenza dell’intera comunità a sostegno delle famiglie Acri-Olivo su cui si è registrata tanta solidarietà umana, ma ora è richiesto un impegno concreto mediante una semplice adesione. Stanislao era un militante attivo del Movimento 5 stelle, si era candidato a sindaco alle ultime elezioni dell’ex comune di Rossano. Ricordo quest’aspetto poiché ritengo che anche il M5S non debba stare alla finestra in questa vicenda. E’ comprensibile un atteggiamento di equidistanza nei rapporti tra parlamentari e magistratura, nessuna ingerenza può essere ammessa. Pur tuttavia una nota di attenzione per rispetto ai principi di legalità e di giustizia è dovuta.