Editoriale. Goletta verde, inquinamento: si guarda il dito non la luna…
Corigliano Rossano – Arriva Goletta Verde e segnala gravi criticità nei pressi del Colagnati (torrente in area urbana Rossano). Altri punti altrettanto preoccupanti si rinvengono in cinque zone della Calabria. Premetto che ritengo il ruolo di Goletta verde e di tutte le associazioni ambientaliste di fondamentale importanza se visto come anticorpo democratico a chi inquina. Pur tuttavia limitarsi all’appuntamento annuale e segnalare i punti allarmanti di mare sporco lo trovo francamente riduttivo. Si denuncia un effetto, l’azione responsabile è invece risalire alle cause. Ed è su questo che occorre battersi una volta per tutte e senza forme di omertà. Gridare a lupo a lupo nelle fasi topiche di una stagione estiva vuol dire semplicemente provocare un danno all’immagine dello jonio cosentino e agli operatori turistici che possono fare cassa solo quei 20/30 giorni l’anno. Tra l’altro questa fascia di costa non ospita la famosa industria pesante quindi mal si comprende tutto questo allarme che si scatena su scala nazionale! Nel giro di pochi chilometri da queste parti accade di tutto: da indicatori da bandiera blue al massimo dell’inquinamento marino. Ciò detto ritengo che i punti nodali da affrontare siano pochi ed essenziali, ma occorre – senza dubbio – avere coraggio senza girarci attorno: il mal funzionamento dei depuratori sotto dimensionati rispetto allo sbalzo di popolazione estiva, l’abusivismo edilizio, alcune imprese che scaricano nei torrenti, i canaloni del consorzio di bonifica e il Crati. Quanti rilievi aerofotogrammetrici sono stati effettuati nel tempo? Si può pensare che oggi le istituzioni non siano in grado di monitorare e/o censire? Quanti pozzi neri sono stati realizzati? Il problema dunque si risolve ponendo in essere una serie di azioni concomitanti che mettano da parte la cultura della pacca sulla spalla o del consenso politico per dare spazio a un organismo interistituzionale. In questa direzione un buon lavoro è stato avviato dal Procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla che ha dato vita a un patto per l’ambiente unitamente alla capitaneria di porto e alla guardia di finanza. Un tavolo del genere potrebbe essere allargano ai sindaci e all’associazionismo. E insieme combattere la grande mole di lavoro irregolare esistente. Se non interveniamo a monte ogni anno saremo costretti e prelevare campioni e denunciare sempre le solite cose senza giungere a conclusioni significative se non arrecare danno a chi opera nel settore del turismo.