«Stante il mio ruolo di codifensore di uno degli arrestati, ho ritenuto opportuno sino ad ora evitare ogni intervento. L’esito positivo del procedimento cautelare rafforza ancora una volta quanto sostengo da tempo: prima di additare una persona come colpevole e sottoporla alla gogna, occorre che la sua responsabilità venga dichiarata da giudici terzi, non dal tribunale mediatico, che spesso condanna senza conoscere neanche i fatti».
La vicenda, come è noto, è balzata agli onori della cronaca nazionale con tanto di danno all’immagine, alla dignità e alla onorabilità delle persone coinvolte, senza che vi sia stato un adeguato riscontro alle accuse poste in essere.
La donna, presunta vittima di origine albanese, presentava una denuncia dai contenuti inquietanti supportati dalle dichiarazioni del convivente. La debolezza indiziaria ha, tuttavia, determinato il provvedimento di scarcerazione emesso dal Tribunale della Libertà.