È quanto fa sapere l’uscente Comitato di Condotta del Convivium Slow Food Pollino Sibaritide Arberia (di cui fa parte anche il Fiduciario Montesanto) che, nella mattinata di ieri (sabato 5 ottobre), dopo aver convocato l’assemblea straordinaria dei soci, richiesta a norma dello Statuto dal 50% dei membri del sodalizio, nelle more della ratifica del provvedimento assunto dal Comitato Esecutivo Nazionale di Slow Food (relativo esclusivamente ad un vizio di forma) ha autonomamente rassegnato le proprie dimissioni dalle funzioni direttive, con il solo e dichiarato obiettivo di agevolare nella massima trasparenza e correttezza il più ampio confronto interno e la partecipazione democratica alla vita dell’associazione.
Nell’informare che il Fiduciario uscente ha già dato mandato ai legali dell’associazione per tutelare nelle sedi giudiziarie competenti la propria immagine e dignità personale e professionale, si coglie l’occasione per ribadire fiducia, stima, solidarietà ed incoraggiamento ad andare avanti sia a Lenin Montesanto sia alla stragrande maggioranza dei soci della Condotta Pollino Sibaritide Arberia che ha condiviso e sta condividendo anche in queste ore, con l’uscente Comitato, metodi, contenuti, impegno, obiettivi ed ogni prospettiva futura di rilancio dei principi autentici che hanno ispirato la nascita, 30 anni fa, di Slow Food.
Si coglie l’occasione per ribadire, così come l’uscente Comitato di Condotta sta sollecitando da tempo, la necessità di un più ampio dibattito interno, locale,regionale e nazionale, sui valori e sui principi fondanti e costitutivi di un movimento internazionale nato per la tutela e per la promozione del cibo buono, pulito e giusto.
In questa cornice dialettica più ampia, che sta già interessando tutte le articolazioni nazionali di Slow Food e che ad esempio fotografa l’implosione e l’inattività totale di Slow Food Calabria,la Condotta Pollino Sibaritide Arberia, fondata nel 2012 a Corigliano-Rossano e con sedi a Saracena e Vaccarizzo Albanese, ha sempre sottolineato (cosa che continuerà a fare) la necessità di contemperare l’invocata apertura dell’associazione ad istanze e contributi diversi con una maggiore coerenza, a tutti i livelli, nella militanza, soprattutto al Sud, sui temi e sulle sfide della sovranità alimentare, nel rispetto delle regole e con rivendicata autonomia tanto dalla politica e dalle istituzioni, quanto dalla massoneria e da altri gruppi di pressione.
Continuiamo e continueremo ad esempio a considerare inconciliabile la presenza, a qualsiasi titolo, nelle guide Slow Food (Osterie, Vini, Birre, etc) di attività commerciali, segnatamente di ristorazione che non rilasciano scontrini fiscali; così come riteniamo incompatibile la rappresentanza in seno a Slow Food di membri che a vario titolo promuovono apertamente e pubblicamente la ristorazione fast food, il cibo spazzatura o la violazione delle norme in materia di divieto di pesca e commercializzazione del bianchetto o ,ancora, di quanti professano, promuovono e vantano la presenza attiva in associazioni di tipo massonico. (comunicato stampa)