Le centrali termiche di cui la nostra amministrazione comunale, nei suoi primi mesi di mandato, ha disposto e finanziato la sostituzione (ben nove), infatti, possono tranquillamente finire in un museo di archeologia industriale, e guarda caso sono proprio quelle per cui tutti stiamo vivendo disagi.
E se è vero e condivido pienamente che non dobbiamo fare scarica barile, non dobbiamo neanche dire fesserie alla nostra gente: per queste carrette termiche la manutenzione estiva non c’entra proprio nulla, mentre l’unico dato di fatto è che chi ci ha preceduto – non per mesi ma per anni – e che magari ha anche il coraggio di improvvisare contestazioni, ha lasciato nel dopoguerra le scuole di questa città e non solo quelle.
Pazienza, raccogliamo noi gli strali di tutti e sostituiamo le prime nove caldaie, perché la città normale non si costruisce con la bacchetta magica.
Anche sulla manutenzione generale degli edifici, credo che basti fare un giro vero nelle scuole per capire di cosa stiamo parlando. Con estrema franchezza, ma che c’entra la manutenzione estiva?
La manutenzione preventiva è utile quando in una scuola mancano delle maniglie, non quando mancano metà delle porte in metà delle scuole; quando è danneggiata una copertura, non quando manca totalmente l’impermeabilizzazione in numerosi edifici scolastici e così via. Un esempio per tutti: la palestra della scuola Tieri, inagibile quando ci siamo insediati, oggi fruibile a tutti.
Insomma, invito a non fare le scoperte dell’acqua calda che non servono a nulla, ma facciamoci tutti carico – piuttosto – di una consapevolezza: che i nostri edifici (non solo quelli scolastici) richiedono un piano di manutenzione straordinaria che è solo iniziato (Tieri, Fabrizio, Leonetti, Nizza, presto Piragineti, Nazionale, Leonardo Da Vinci ed altre) e che richiederà del tempo.
Servirà anche un piano di nuova edilizia scolastica che rinnovi il nostro patrimonio di immobili dedicati alla scuola, che presenteremo l’anno prossimo e che sarà il futuro della Città.
Se nel frattempo qualcuno, e non intendo i consiglieri di opposizione che hanno sottolineato il disagio, vuole gridare “al lupo al lupo” sperando così di risolvere problemi, faccia pure: lo inviteremo nella città normale quando saremo arrivati a buon punto, e non ci vorrà molto tempo. – (comunicato)