Nei giorni scorsi s’era tenuto un incontro in Prefettura a Cosenza per fare il punto sulla situazione di questo intervento ed era emerso come la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone (SABAP-CS) abbia chiesto di dare il placet sulla figura individuata dalla Regione e che si occuperà della sorveglianza idraulica oltre al fatto di ricevere la comunicazione di inizio lavori con un congruo anticipo (un mese circa) per permettere, evidentemente, ai funzionari della Sabap-Cs di fare gli opportuni controlli. Ma non era chiaro perché l’“ok” al curriculum non arrivasse e cosa volesse dire “congruo anticipo” nella comunicazione di inizio lavori. Sabato avevo presentato un esposto in Procura, martedì ho scritto alla Soprintendenza. Due ennesimi passaggi istituzionali che sono serviti ad accelerare la risoluzione del problema così non c’è stato bisogno di nessun altro intervento in somma urgenza. Men che meno con soldi delle casse del Comune. I lavori in corso erano quelli previsti dal bando europeo pubblicato dalla Regione ad agosto che mette a disposizioni dei fondi europeo. Un altro risultato, figlio di una importante sinergia istituzionale che mettiamo in cascina ma non mi fermo qui. Ora vigilerò affinché i lavori terminino al più presto e speriamo che il tempo sia clemente altrimenti la ditta non potrà lavorare tutti i giorni nell’alveo del fiume se il livello dell’acqua sarà troppo alto. Ma bisogna guardare oltre: A inizio anno avevo incontrato il Commissario Straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria, l’ingegnere Carmelo Gallo. Dal confronto era emerso che su tutta l’area dell’asta fluviale del Crati compresa tra la Sibaritide e Corigliano Rossano è previsto anche un altro intervento che dovrebbe andare in appalto in queste settimane per la somma di 7 milioni e 800mila euro di cui è responsabile lo stesso Soggetto Attuatore e che riguarda il rifacimento degli argini nel tratto che va dal vecchio tracciato della Statale 106 (Ponte di Apollinara) fino alla zona poco antecedente a quella di Thurio dove si è registrata l’esondazione di novembre. Bisogna lavorare per mettere in sicurezza tutte le zone deboli degli argini del Crati per evitare che nuove catastrofi avvengano (Comunicato stampa).