A quattro mesi esatti dalle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale (come dire, dopodomani) si affinano le simboliche armi. Gli incontri preferibilmente nottetempo, si susseguono a ritmi vertiginosi. Ciascuno, come certa liberalità esige, non disdegna nessuno, tanto che il “nemico” di ieri potrebbe essere l’alleato di domani. Così si assiste a cerimoniosi convegni in cui la discriminante comune è una sola: “Ma tu, quanti voti porti?”I cariatesi dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, scegliere fra tre “liste”: quella de “l’Alternativa”; il cartello di “#CariatiPulita”, formato dal Meetup Amici di Beppe Grillo e da Le Lampare, e la “cosa” formata da Pd, Psi e qualche gruppo civico. Sembra che molti nomi di “peso” si siano defilati, per piazzarsi dietro le quinte, in nome e per conto di un “rigurgito” di “buona volontà”, incline ad azzerare certe aspirazioni effimere, seppur espresse platealmente e senza remore. Per il momento, pare che, in corso d’opera, gli “aspiranti” storici, i cosiddetti “pezzi da novanta, vadano per proprio conto, organizzando incontri “carbonari” i quali, alla resa dei conti, la storia di casa nostra insegna, potrebbero finire per sortire l’effetto contrario a quello perseguito. Il “nemico” non c’è, nel senso che il sindaco uscente Filippo Giovanni Sero, al suo secondo mandato consecutivo, non potrà più accomodarsi sull’abita poltrona di primo cittadino. Ed allora, che il giuoco abbia inizio. Ma con un impegno: sono vietati i colpi sotto la cintura. E vinca il migliore. (fonte La Provincia di Cosenza)