“Mobilità, si continua a girare attorno al problema senza in realtà trovare alcuna soluzione concreta, risolutiva per gli utenti e soprattutto meno dispendiosa per le casse pubbliche”. A dichiararlo è Giuseppe Graziano, segretario questore del Consiglio Regionale della Calabria a commento esito dell’interrogazione sull’aumento delle tariffe di abbonamento mensile dei pullman per gli studenti pendolari, a cui l’assessore ai Trasporti Roberto Musmanno ha risposto nella seduta del Consiglio regionale di ieri martedì 16 Febbraio.
“Non è stata offerta alcuna soluzione al problema, ma si è preferito ripiegare sul classico fronte dell’assistenzialismo che in mezzo secolo di regionalismo ha solo creato danni immani alla democrazia. Bisognerebbe innanzitutto aprire un’ampia discussione sulla lentezza con cui la Regione si adopera per dare risposte alle interpellanze dei Consiglieri. I tempi di attesa, ne abbiamo avuto riscontro ieri, sono in media di nove mesi. Assurdo, per una terra come la Calabria piena di vertenze e di problemi da risolvere. Per questo, nel solco di quel processo di cambiamento e riforma dell’apparato politico-istituzionale che da tempo sto promuovendo da Consigliere regionale, chiederò al Presidente dell’Assemblea Irto e al Governatore Oliverio di istituire un team di lavoro che si occupi esclusivamente di garantire, nei tempi previsti dallo Statuto, risposte alle interrogazioni consiliari.
Per il trasporto pubblico costi troppo alti a fronte di un servizio scadente e minimale.
Nell’interrogazione avevo chiesto, tra le altre cose, che Oliverio desse mandato agli uffici di indire le nuove gare per il trasporto pubblico locale adeguandolo alle mutate esigenze dei territori.
Ma la risposta dell’assessore al ramo, Roberto Musmanno, in merito alla questione, oltre che sibillina – spiega il Consigliere regionale – è stata del tutto inconcludente. Innanzitutto perché sul Tpl non è stato ancora varato alcun provvedimento e le prospettive, tracciate dal Governo regionale, sono tutt’altro che rassicuranti. Perché per affrontare il problema si starebbe pensando, addirittura, di concedere un bonus ai pendolari. E se così fosse, non solo non si risolverebbe la questione, ma ci sarebbe un doppio dispendio di denaro pubblico. Da un lato quello per pagare il trasporto pubblico, che continuano ad espletare un servizio in deroga dagli anni ’90, e dall’altro quello per elargire un sussidio economico agli utenti dei bus che finirebbe sempre nelle casse delle società di autolinee. Insomma, un provvedimento – conclude Graziano – sempre e solo a vantaggio di chi gestisce la mobilità”.