Corigliano Rossano – Dobbiamo pensare immediatamente alla ripresa delle attività. Questo territorio, in particolare, non può permettersi di stare fermo. Un tempo era un’area, la nostra, che in larga parte poteva puntare sul terziario, sull’indotto. Ora l’economia trae fondamento solo ed esclusivamente dal privato. Il pubblico ha mollato da tempo, soppresso: ferrovie, tribunale, ex Asl, Enel e sedi Enel, sedi amministrative di Poste, Telecom, Equitalia, Italgas, etc etc… E con essi si è perso uno straordinario indotto che muoveva denaro e capitali. Tutto questo non c’è più! Oggi la pubblica amministrazione per i cittadini della Sibaritide e della città di Corigliano Rossano costituisce solo ed esclusivamente un costo. Ragion per cui dobbiamo creare le condizioni di affrontare la problematica della pandemia con intelligenza e mettere da parte ogni condizione tale da potersi ritenere focolaio sospetto. Ed è qui che entra in gioco il sistema dell’organizzazione sanitaria che, rispetto alla tempistica, svolge un ruolo decisamente importante. Il Ministero della Salute, non a caso, aveva emesso una circolare apposita nel gennaio del 2020 al fine di curare il paziente Covid in strutture sicure, attrezzate a contrastare il pericoloso virus. Ed è per queste ragioni che aveva indicato i presidi ospedalieri di eccellenza ubicati nei capoluoghi storici, i famosi ospedali HUB, dotati di dipartimento di emergenza e di accettazione di II livello, di figure professionali adeguate e di reparti e divisioni a supporto. Strumentazioni e risorse umane che, gli ospedali spoke, non hanno né potranno mai avere per due ragioni: la prima perché onerose, la seconda perché non sono ospedali HUB. Ma il senso di questa riflessione non è tanto il soffermarsi sulla questione sanitaria, piuttosto è importante riflettere sull’aspetto organizzativo. Se, infatti, un sospetto paziente Covid ai primi sintomi si reca in tensostruttura a Corigliano Rossano e da qui si invia il paziente in un ospedale HUB, la città di Corigliano Rossano, mantenendo in piedi alcune disposizioni vigenti (quali l’obbligo dell’uso di mascherine e guanti) potrà senz’altro riprendere gradualmente la vita di sempre e far ripartire l’economia. Se, al contrario, lasciamo nel territorio strutture, vulnerabili sul piano della sicurezza, il processo di ripartenza è destinato ad allungarsi a chissà quale data. E qui da noi, non possiamo assolutamente permettercelo, proprio perché viviamo di privato. Sarebbe importante mettere al centro questa questione prima che vi sia una implosione sociale difficile a quel punto da gestire.