Di SAMANTHA TARANTINO
Tra parcheggi e polemiche, Piazza Sant’Anargiri di Rossano racconta la sua storia. L’agorà della città antica, quella dove ci si raccoglieva per discutere degli affari di paese, degli uomini e delle donne importanti, di chi contava o di chi era caduto in disgrazia.
Questa era ed è ancora oggi Piazza Sant’Anargiri, il cui nome deriva dal greco άγιοι ἀνάργυροι, agioi anárgyroι, vale a dire santi senza argento, quindi senza denaro. Nel nostro dialetto, familiarmente si usa dire Sant’Anarje senza sapere spesso il vero significato. I santi senza denaro sono considerati da sempre Cosma e Damiano, i due medici che prestarono la loro opera senza mai chiedere retribuzione, né in denaro, né di altro genere. Medici benefattori che nient’altro fecero se non applicare il precetto evangelico: Gratis accepistis, gratis date. L’origine del culto dei due gemelli medici è bizantina, molto radicata e sentita in quelle terre la cui influenza siriana e dell’Asia Minore è stata particolarmente forte. La storia agiografica li colloca nel IV secolo d.C., al tempo delle persecuzioni dei cristiani.
Si racconta che i due fratelli conducevano una vita dedita alla missione dell’arte medica senza compensi, diventando talmente noti in tutta la Siria, Egea e Cilicia che la loro fama si estendeva da persona a persona. Vari i prodigi a loro attribuiti fino alla morte. Perseguitati dall’azione di sterminio messa in atto dall’Imperatore Diocleziano, dopo ben cinque tentativi di uccisione furono infine decapitati e seppelliti l’uno accanto all’altro. La loro morte e le loro opere furono ricordate nei secoli. Gli vennero dedicati molti templi del VI secolo d.C. a Roma e a Costantinopoli. La loro fama è stata spesso legata alle divinità pagane (Esculapio) estendendosi brevemente in tutto l’Oriente. Le reliquie vennero traslate in Siria, dove, nel VI secolo, Giustiniano, guarito da una gravissima malattia per loro intercessione, fece ricostruire la basilica in cui erano sepolti e da qui in seguito vennero traslati a Roma.
Un culto che tutt’oggi non smette di incuriosire. I due gemelli sono venerati non solo dai medici e da farmacisti, ma anche dai barbieri e parrucchieri, tanto che la prima compagnia di tale categoria, fondata nella metà del 1200, era dedicata ai due santi gemelli. Rossano, la città scelta da Bisanzio come sede autorevole del proprio impero, poteva non avere un richiamo ai santi Anargiri? Il loro culto, molto sentito dai monaci basiliani, che nella cittadina hanno fondato il San Marco e il Patire, è legato all’opera caritatevole che questi prestarono nel tempo. Piazza Santi Anargiri storicamente è sede del Palazzo del Municipio e ha sempre ospitato bar storici e rinomati ‒ la pasticceria Tagliaferri è lì dal 1900 ‒ ma anche barbieri e acconciatori di chiome per signore, chissà, forse in nome di quei santi Anargiri protettori dei coiffeurs e dei medici storici come Shabbetai Donnolo, scienziato ebreo che visse a Rossano tra il 913-982. Questa la nostra storia e né disagi, né blocchi potranno mai oscurarla.