A rischio la realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide. Eppure, già nel 2008, l’allora Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, in un incontro pubblico a Rossano, disse: «Entro due anni si inizieranno i lavori per la costruzione del nuovo ospedale». E abbiamo visto bene come sono iniziati quei lavori! Adesso rischia di saltare tutto. Dopo che, comunque, sono stati spesi soldi per progetti e quant’altro. E le strutture ospedaliere del territorio sono state smantellate (Cariati e Trebisacce) o depotenziate (spoke Corigliano-Rossano). Le vicende legate alla Tecnis, la società che ha vinto l’appalto per la realizzazione sia dell’ospedale della Sibaritide che per quello della Piana di Gioia Tauro, potrebbero mandare tutto in fumo. Grazie ad un’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, è stata infatti disposta l’amministrazione giudiziaria delle società Tecnis Spa (già coinvolta, peraltro, nella maxinchiesta sulle tangenti all’Anas), Artemis Spa e Cogip Holding Srl e il sequestro delle relative quote e azioni per un valore di oltre un miliardo e mezzo di euro. Già lo scorso novembre, alla Tecnis era stato ritirato il certificato antimafia. E proprio recentemente la stessa azienda aveva rassicurato la Regione Calabria di voler onorare gli impegni assunti con gli importanti cantieri calabresi. Ma adesso? Cosa accadrà? Tutti tacciono. Tranne i rappresentanti politici locali. Il Sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, e l’ex di Rossano, Giuseppe Antoniotti, chiedono al Governatore Mario Oliverio di prendere la situazione in mano e garantire, comunque, la realizzazione dell’ospedale della Sibaritide. Facendo scorrere la graduatoria o indicendo una nuova gara d’appalto, se necessario. Nel 2014 (giunta Scopelliti), era stato firmato il primo contratto di assegnazione per la realizzazione dell’ospedale. Poi il vuoto. Il nuovo ospedale che dovrà servire i cittadini dell’intera Sibaritide e territori limitrofi avrà (se sarà realizzato!) 334 posti letto e sarà dotato di Tac, centro trasfusionale, apparecchiature per emodialisi e per laboratorio d’analisi. L’investimento è di 143 milioni di euro. La ditta che si è aggiudicata l’appalto avrebbe dovuto consegnare l’opera finita nel gennaio del 2018. Ma, con tutti questi problemi, ci si riuscirà? Intanto, questo territorio, che rappresenta quello con maggiore densità abitativa di tutta la Calabria e certamente il vero polmone economico della Regione, continua a pagare dazio per una sanità a singhiozzo. Quasi del tutto inesistente, se si eccettuano alcuni rari esempi di eccellenza. I presidi ospedalieri di Cariati e Trebisacce sono stati chiusi dalla giunta Scopelliti. In nome del risparmio nella sanità. Invece, ad oggi, non si è risparmiato un bel niente. Perché i cittadini, visto che l’offerta sanitaria del territorio è praticamente nulla, sono costretti (ancora!) ad emigrare verso altre Regioni. Soprattutto quelle del Nord. E questo non fa che aumentare il debito sanitario delle casse regionali. Cambiano i manager delle Asp e degli ospedali, ma i risultati restano sempre gli stessi. Si assiste ad un continuo depauperamento dei reparti e dei servizi. I pronto soccorsi dell’ospedale Spoke Corigliano-Rossano sono al collasso. Si continua a litigare per avere un reparto in un Comune piuttosto che in un altro. E, intanto, per effettuare una visita specialistica o un esame importante come una risonanza, una Tac o un’ecografia si attendono, a volte, anche diversi mesi.
L’ultima: per qualche giorno, il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale “G. Compagna” di Corigliano non ha potuto accogliere gestanti a causa di lavori (già prestabiliti, peraltro) alla sala parto. Normale routine. Che, però, in un territorio di oltre 500 kmq dove esiste un solo punto nascita (Corigliano), poteva (e potrebbe, in caso di necessità) diventare un grosso problema. I punti nascita più vicini, infatti, sono Cosenza e Castrovillari. Troppo distanti in caso di urgenza. Questo è solo un esempio di inconveniente, dei più lievi tra l’altro, in tema di ospedali. Perché, sempre per il reparto di ginecologia e ostetricia, si continua a preferire Corigliano, dove manca una postazione di elisoccorso, dove manca la rianimazione? Dove manca (e manca anche a Rossano) la neonatologia. Per un reparto che assicura mille e più parti all’anno, non è proprio concepibile. Allora, nel frattempo che si risolvano le vicende legate al futuro nuovo ospedale della Sibaritide, che almeno si faccia in modo che venga assicurato il fondamentale diritto alla salute nel territorio. Potenziando gli ospedali di Corigliano e Rossano con mezzi, medici e infermieri, e riaprendo quelli di frontiera di Cariati e Trebisacce. Sempre con mezzi e uomini adeguati alle esigenze. I tagli alla sanità non devono colpire i cittadini. Ma individuare lo spreco di soldi e di servizi. E ce n’è.