“Rossano e i rossanesi hanno la possibilità di dare prova di maturità e di forza; hanno la possibilità di dimostrare di essere capaci di reagire unitariamente e con decisione alle ingiustizie che vengono propinate da anni in pregiudizio della nostra comunità e del nostro territorio. Una serie di ingiustizie fra cui quella più macroscopica è la chiusura del Tribunale, disposta dallo Sato a danno di un comprensorio di oltre 1.500,00 Kmq e di circa 150.000 abitanti.
“Nel corso di un partecipato incontro svoltosi oggi sul tema, ai fini della preparazione di una manifestazione pubblica di protesta da svolgere a Roma, è emersa da più parti la disponibilità a valutare la proposta da me fatta i giorni scorsi sugli organi di stampa: NON PRESENTARE LISTE E CANDIDATURE alle elezioni comunali per protestare contro la ignominiosa soppressione dell’unico presidio di giustizia che esisteva lungo la litorale ionica da Taranto a Crotone: il Tribunale di Rossano.
Nell’occasione, molti soggetti politici presenti hanno manifestato di essere pronti ad attuare tale forma di protesta. Si è infatti registrata l’adesione a siffatto progetto di soggetti aventi responsabilità politiche, di esponenti dell’avvocatura, di persone che sono in corsa per la poltrona di Sindaco, di responsabili di associazioni.
Il percorso non è semplice ma è positivo che esistano già queste importanti disponibilità e che altri interessati all’agone politico si siano dichiarati pronti a confrontarsi sul tema.
Rossano ed il comprensorio devono rendersi conto che dispongono di un’arma importantissima qual è il voto e devono prendere consapevolezza che il territorio va difeso a tutti i costi ed in ogni modo, utilizzando tutti gli strumenti propri di un consorzio civile e democratico.
Che si dia corso ad un immediato confronto, mettendo al bando gli interessi di parte, le colorazioni politiche ed i retaggi ideologici, a favore della collettività; reagendo rispetto alle decisioni scellerate di uno Stato che ha manifestato chiaramente, nella migliore delle ipotesi, di non tenere conto dell’importanza e delle potenzialità di questo territorio. Di non saperlo fare o, peggio ancora, di non volerlo fare e di tendere a discriminarci.
Tutti insieme, dunque, apriamo un fronte di protesta concreta; lanciamo una “vertenza Rossano”. Iniziamo con il reclamare il Tribunale ma andiamo avanti nel rivendicare i nostri diritti anche in altri ambiti. Riguardo alla sanità, ai servizi, ai trasporti, alla mobilità, alla sicurezza. Iniziamo con il fare saltare le elezioni, ma attuiamo ogni altra forma di protesta, a tal fine, a Rossano, a Roma, alla Regione Calabria. Occupiamo la 106, la ferrovia, la discarica di Bucita e facciamo ogni altra cosa sia necessaria per recuperare la nostra dignità”.