di MATTEO LAURIA
Tutto si giustifica con la condivisione dei programmi e degli ideali caduti. E in una città che vive lo stato di emergenza ci può stare.
Non a caso, l’ipotesi di una coalizione dalle larghe intese sarebbe stata ben vista, se si tiene in considerazione che una città ferita e divisa al suo interno è destinata alla morte. Otto sono i candidati a sindaco, e non è ancora tempo di sapere il dato degli aspiranti, di coloro che spuntano a pochi giorni dalla scadenza. C’è ancora chi crede e punta sul boicottaggio dell’urna nel tentativo di lanciare un segnale forte al Governo nazionale e regionale.
È una sfida difficile: la gran parte dei candidati ha manifestato ampia disponibilità. Si tratta ora di dare seguito formale all’iniziativa e di sottoscrivere un documento. L’iniziativa è portata avanti da Luigi Pirillo, Maurizio Minnicelli e Mario Smurra.
A giorni, dovrebbe tenersi un nuovo incontro dal quale uscirà fuori il verdetto.
L’attuazione di uno sciopero elettorale serve non solo alla causa di una città colpita dallo Stato, ma è utile a svelenire il clima politico in atto. Alcuni segnali rappresentano la testimonianza di una classe dirigente che ha ancora da crescere e tanto. Colpi bassi, linguaggio scurrile da marciapiede, scontri personali, invettive sono all’ordine del giorno. E siamo solo agli inizi. Questo dimostra che non si ha consapevolezza della gravità complessiva che vive la comunità. Alla recrudescenza occorre mettere un freno. E un periodo di pausa potrebbe essere propizio anche per riassestare gli equilibri.
D’altronde, si tratta di rimanere commissariati per il solo periodo estivo, fase tra l’altro di stasi istituzionale.
L’imbarbarimento attuale, destinato a crescere, disegna una realtà cupa dove fa presa il cinismo delle azioni. Burocrati alle dipendenze dell’uno o dell’altro politico, pronti alle “soffiate” pur di colpire non tanto l’avversario ma il nemico.
La città è di dimensioni contenute, quindi si sa più o meno tutto. È difficile che qualcosa sfugga.
Fa gola tenere sotto scacco coloro i quali muovono economia e che hanno come filtro vincolante l’ente. Qui s’inserisce la politica, attenta ad intercettare l’esercizio del potere perché poi si traduca in consenso. Congelare le pratiche oggi sotto la gestione commissariale significa posticiparle all’arrivo di un organo politico che potrà intercedere sul privato e far pesare in modo più o meno lecito l’approvazione delle stesse. Vecchi meccanismi, che non giovano all’economia e all’occupazione. Né elevano il senso etico di politici e burocrati.
In questo, un ruolo importante potrà essere svolto dal commissario straordinario Aldo Lombardo che, proveniente da zone ad alto rischio, di certo riesce a tenere a bada chi è aduso a tentativi speculativi. Anche nella macchina comunale i dipendenti soffrono l’attuale litigiosità interna alla classe politica. Ognuno tenta di collocarsi laddove trova garanzie e certezze. In alcuni casi, invece, si registrano rapporti di tipo fideistico con ex amministratori a tal punto da rendicontare tutte le attività interne. Ci sono insomma i “postini” che producono atti e delibere a chi poi ne fa un uso politico per colpire il “nemico”.