Può mai un primo ministro spingere il suo popolo all’astensionismo referendario? L’invito di Renzi – da bocciare sonoramente – è vergognoso, e non perché sonoramente bacchettato dal presidente della Corte Costituzionale che ha ricordato a tutti di essere dei buoni cittadini andando a votare, ma perché ancora una volta, Matteo Renzi vuole impedire agli italiani di manifestare tutto il loro dissenso verso le sue politiche.
Insomma, mentre il Partito “antidemocratico” invita all’astensionismo, noi di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale invitiamo gli italiani a fare l’esatto contrario: recarsi alle urne, VOTARE SI per DIRE NO alle trivellazioni.
La giornata di domenica prossima, 17 aprile rappresenta l’occasione per fermare le trivellazioni in mare, cancellare la norma che consente alle società petrolifere di avere concessioni di ricerca ed estrazione, e come già successo con il referendum sul nucleare, rivedere l’intera strategia energetica del paese.
In passato per il nucleare, si è riusciti ad impedire lo spreco di miliardi di investimenti inutili che avrebbe ridotto Enel sull’orlo del fallimento. Quello stesso colosso energetico che oggi sta chiudendo 23 grosse centrali; figuriamoci se si fossero completate quelle nucleari.
Oggi come allora abbiamo il dovere di imbracciare la battaglia.
Le trivelle sono il simbolo tecnologico del petrolio: vecchia energia fossile causa di inquinamento, dipendenza economica, conflitti, protagonismo delle grandi lobby, estesa corruzione. Il nostro “petrolio”, invece, è ben altro ed è dato da turismo, pesca, produzioni alimentari di qualità, biodiversità, innovazione industriale ed energia alternativa. Trivellare il nostro mare vuol dire mettere a rischio tutti questi mondi, non soltanto dal punto di vista di patrimonio naturale ma anche economico e sociale.
Andando a votare SI, si potrebbero attivare migliaia di posti di lavoro grazie ad una svolta su diversi fronti: dalla riqualificazione spinta dell’edilizia, passando al retrofit di interi edifici e quartieri, alle biomasse termiche accompagnate da politiche sulla gestione sostenibile del patrimonio forestale; dallo sviluppo del biometano con un potenziale quadruplo rispetto alla produzione di gas nazionale estratto entro le 12 miglia, al trattamento dei rifiuti e alla loro trasformazione; dal fotovoltaico in abbinamento con sistemi di accumulo, allo sviluppo della mobilità elettrica.
In merito alla centrale ENEL di Rossano, rivendichiamo il diritto alla salute dei cittadini e dei lavoratori e mediante un mix di energie rinnovabili rilancia l’ipotesi dell’uso del sito per il sostentamento energetico dell’area urbana e il definitivo abbandono delle fonti fossili.
Ecco perché rilanciamo la nostra idea: prima la bonifica del sito da parte di Enel, poi il sostentamento energetico sostenibile dell’area urbana.