«La governatrice calabrese Jole Santelli continua ad esacerbare gli animi e creare confusione nei cittadini calabresi attraverso una nuova ordinanza serale con la quale consente di raggiungere le seconde case per manutenzione».
«Un’apertura, rispetto alle linee guida del Governo e dell’ultimo dpcm che disciplina la fase 2, che non condividiamo, così come ci eravamo già espressi in tempi che avrebbero permesso alla Regione Calabria di evitare l’annullamento della precedente ordinanza regionale. Ma la Santelli non desiste e rilancia senza considerare che gli unici a pagarne le conseguenze sono i cittadini, frastornati da disposti che vanno in aperto contrasto con le norme contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio del 26 aprile. Un balletto di ordinanze che crea non poca confusione, considerando anche quelle emesse dai sindaci i quali a loro volta cercano di tutelare i territori amministrati».
«Abbiamo più volte ribadito – continuano i pentastellati – come i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri consentano alle Regioni di adottare misure più restrittive laddove vi sia stato un aggravamento della situazione epidemica in tutto o parte del territorio regionale, ma non il contrario. Invero, i giudici amministrativi nella sentenza di accoglimento del ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno affermato che le Regioni possono “adottare misure di efficacia locale, ma tale potere è subordinato a tre condizioni, e cioè che si tratti di interventi destinati a operare nelle more dell’adozione di un nuovo D.P.C.M.; che si tratti di interventi giustificati da situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario proprie della Regione interessata; che si tratti di misure ulteriormente restrittive delle attività sociali e produttive esercitabili nella regione».
«È lampante ormai come l’emissione continua di queste ordinanze abbia il solo scopo di contrapporsi al Governo centrale, finanche mettendo a rischio la salute dei calabresi considerato che le “aperture” che la Santelli concede non sono accompagnate da protocolli e modalità che permettano di svolgere le attività in totale sicurezza. A questo punto è lecito chiedersi se la task force scientifica regionale approvi questa ennesima scelta che potrebbe esporre tutti ad un elevatissimo rischio di contagio vanificando gli sforzi fatti fino ad ora» concludono. (comunicato)