È quanto denunciano i Consiglieri comunali dei Gruppi di Opposizione de Il Coraggio di Cambiare l’Italia (Giuseppe Graziano, Vincenzo Scarcello e Adele Olivo), di Graziano Sindaco (Gennaro Scorza), di Lega Salvini (Costantino Baffa) ed il rappresentante del movimento civico Avanguardia Libera, Raffaele Vulcano.
«Sono trascorsi 5 giorni ed il silenzio attorno alla feroce aggressione avvenuta nel pronto soccorso di Corigliano ci sembra più pericoloso e preoccupante del fatto stesso. Nessuno ha osato dire una parola. Nessuno ha spiegato le motivazioni di un atto che poteva essere evitato se solo qualche medico avesse rispettato i protocolli che andrebbero attuati per i pazienti psichiatrici. Cosa ci faceva un uomo affetto da disturbo mentale in pronto soccorso? Sono domande che obbligano le autorità sanitarie ad una risposta immediata. E le rivolgiamo principalmente al direttore sanitario dello spoke, Pierluigi Carino e al sindaco Flavio Stasi».
«Forse perché essendo stato vittima dell’aggressione uno degli invisibili di questa Città non c’è bisogno di chiarezza? Vogliamo andare fino in fondo all’accaduto. E vogliamo soprattutto che i protagonisti delle retrovie si assumano le responsabilità ed eventualmente paghino per una evidente omissione di servizio. Sono chiari gli estremi per avviare un’azione disciplinare contro quei medici che avrebbero dovuto prendersi cura di un malato psichiatrico invece di lasciarlo in balia della sua disperazione e creare, come è successo, danni irrimediabili. Quanto accaduto è scandaloso e – lo ribadiamo – sono ancora più scandalosi i silenzi perpetrati da chi già da tempo sarebbe dovuto intervenire per evitare il ripetersi di questi eventi violenti, che si ripetono ormai a distanza ravvicinata, senza che nessuno muova un dito. Che fine hanno fatto le corsie riservate ai pazienti psichiatrici? E poi, perché il reparto di Psichiatria dello spoke di Corigliano-Rossano continua a rimanere chiuso? Perché la nuova ala del pronto soccorso non viene ancora aperta dopo i lavori di riqualificazione? Perché i medici del reparto di prima emergenza sono costretti a lavorare nell’astanteria senza poter avere accesso alla sala medici? Perché non si muove nulla? Siamo preoccupati e in assenza di risposte esaustive ed immediate chiederemo riscontri all’Asp e alla Prefettura di Cosenza».
(comunicato stampa)