L’iniziativa lanciata dalla nostra associazione denominata “Mangia pesce locale. Fai grande il made in Italy”, tesa a sensibilizzare il consumo dei nostri prodotti per garantirne anche una elevata qualità al consumatore, ora necessita di un taglio pratico, di un passaggio concreto, di un qualcosa che spinga verso il consumo consapevole.
Si chiede un ultimo sforzo a questa amministrazione, si chiede l’istituzione del luogo fisico in cui realizzare l’incontro tra domanda e offerta, la collocazione del “kilometro zero”, il luogo che sul molo di Salerno viene chiamato “Miglio Zero”, in parole semplici il punto di compravendita del prodotto ittico appena sbarcato e messo a terra, volto, tra le altre cose, a tutelare l’habitat marino e ad evitare gli sprechi, una struttura di dimensioni modeste con finalità di commercializzazione, sottoposta a pochi ma rigidi diktat: controlli severi, pagamento di un canone all’ente comunale, nessuna rimanenza giornaliera ed accesso solo agli appartenenti alle cooperative al fine di evitare che qualche libero venditore abusivo possa “impossessarsi” di quel bene.
Con un intervento relativamente semplice, invocato da anni a impatto ambientale zero si otterrebbero: un contrasto alle vendite abusive, la promozione del prodotto ittico locale, una maggiore tutela del consumatore, una qualità non intaccata dal congelamento, una regolamentazione della vendita in un ambiente salubre, un valore aggiunto ed un sostegno reale alla piccola pesca artigianale, in sintesi, con un solo colpo, quello che necessiterebbe al compartimento per acquisire quella “dignità perduta” di cui si parla da anni.
Se non ora quando?
Il Presidente dell’associazione Schiavonea e Sant’Angelo Puliti
Ermenegilda Curatelo
(comunicato stampa)