È lecito attendersi e chiedere ‘aiuto’ quando, a fronte di un percorso amministrativo privo di incognite, si riscontri una lentezza ingiustificata o un eccesso di rigore da parte della PA che finisca per penalizzare i cittadini, destinatari ultimi degli sforzi in atto in qualità di fruitori del monumento. Proprio in quest’ottica seguo la vicenda fin dalla primavera del 2018, avendo a cuore il diritto della comunità locale e dei turisti ad una fruizione regolare del Castello e del medesimo livello qualitativo assicurato agli altri 16 musei e monumenti calabresi gestiti dall’ex Polo museale della Calabria (oggi Direzione regionale).
All’inizio, ho acquisito documenti per capire quali fossero le competenze e di chi; partecipai inoltre di persona al primo tavolo organizzato dall’allora Commissario prefettizio ma, dopo il cambio della guardia alla guida dell’ex Polo museale, il quadro è cambiato in peggio e la deplorevole situazione odierna è figlia proprio di quell’avvicendamento disgraziato, che non ha premiato la Calabria e il Crotonese in particolare. Il dott. Mannino prese in mano la situazione e la condusse nel miglior modo possibile, considerato il poco tempo a disposizione lasciato dalla necessità di completare le pratiche dell’acquisizione definitiva della fortezza al MiBACT. L’accordo di valorizzazione Comune-Polo per la sola durata del commissariamento e la manifestazione di interesse rivolta alle associazioni non profit che ha consentito, l’estate scorsa, un’apertura limitata nel tempo ma tale da penalizzare meno possibile la comunità di Le Castella è frutto esclusivamente della ferma volontà dell’ex Commissario, capace di guidare alla meta un interlocutore costantemente disattento se non recalcitrante ai propri doveri. Senza quell’impegno personale e professionale spinto fino al limite della supplenza, nel 2019 il Castello non avrebbe aperto un solo giorno.
Il dopo-Mannino ha lasciato la nuova amministrazione di Isola in balia della Direzione Regionale musei della Calabria, ben conscia della necessità di procedere a tappe forzate fin da ottobre scorso per creare le condizioni atte a superare la fase emergenziale del 2019 con un nuovo accordo di valorizzazione tra la stessa e il Comune, fondato però sul presupposto che l’Ente locale emanasse un bando pluriennale di gestione dei servizi per affidarli a terzi.
Al personale del Ministero Beni Culturali ridotto ormai al lumicino da una politica dissennata di mancate assunzioni, si può solo chiedere, come lo si chiese lo scorso anno (lasciando peraltro quasi sguarnito il Parco di Capo Colonna), di provvedere all’apertura e chiusura della fortezza, non altro. Tale compito spetta ai dipendenti pubblici; neppure i tirocinanti ‘prestati’ ad ore dalla Regione possono sostituirsi al personale di custodia inquadrato nei ranghi del MiBACT o del Comune. Tutto il resto, può essere invece affidato all’esterno, ferme restando la responsabilità del dicastero di Franceschini in materia di tutela e di valorizzazione, quest’ultima in condominio con la Regione.
Lo stallo dell’Ufficio MiBACT che ha sede a Cosenza, mentalmente distante milioni di chilometri dalla costa crotonese…, la sua volontà di non portare fino in fondo e in tempi certi i propri compiti istituzionali, dedicando invece tutte le energie al solo obiettivo di evitare sforamenti di bilancio, ha prodotto il risultato odierno. Non a caso, la dirigenza è la stessa dei due Musei nazionali di Crotone, i soli ancora chiusi in tutta la Calabria e per ragioni analoghe.
Incapacità e ignavia sono le chiavi di lettura di questa stagione tristissima che vede il Comune di Isola gratificato dalla Direzione musei di diverse interlocuzioni, quelle che sulla stampa la Giunta snocciola per dimostrare il proprio attivismo, senza rendersi conto di fare, così, il gioco del suo interlocutore statale (in realtà avversario), interessato solo a dividere con qualcuno le responsabilità del fallimento.
Margherita Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura)