Ex Lsu Lpu di Cassano. Il Sindaco Papasso scrive ai vertici nazionali e regionali

Gianni Papasso

Sull’annosa questione in cui versano in Calabria i lavoratori ex Lsu-Lpu, con  particolare riferimento alle 80 unità da un quarto di secolo in forza presso il Comune di Cassano All’Ionio, che rappresentano ormai la forza motrice dei servizi erogati dall’ente, ai fini della loro definitiva stabilizzazione nella dotazione organica, il sindaco Gianni Papasso per quanto di competenza ha chiamato in causa il Governo centrale, la Giunta Regionale della Calabria e l’Anci nazionale. Nelle missive destinate, rispettivamente al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, alla Governatrice della Calabria, Jole Santelli e all’assessore regionale al lavoro, Fausto Orsomarso e al Presidente dell’Anci nazionale, Antonio De Caro, il primo cittadino di Cassano, ha evidenziato la delicata situazione generale dei lavoratori LSU – LPU della Calabria, da quasi 25 anni  impegnati a garantire i servizi più essenziali negli Enti Locali, sopperendo alle carenze di organico, senza godere, per un lungo lasso di tempo,  di alcuna forma previdenziale e  di tutti i diritti garantiti ai dipendenti del pubblico impiego. Nel corso di questi anni, l’amministrazione cassanese, dal canto suo, si è prodigata per integrare con fondi comunali i contratti da 26 a 36 ore, per meglio garantire i servizi, considerate le assenze nell’organico dell’ente locale e, nello stesso tempo, per assicurare un salario dignitoso ai circa 80 Lavoratori LSU-LPU che operano nel  Comune, con impegno e dedizione. Oggi, finalmente, ha argomentato Gianni Papasso, che sembra sia arrivato il momento della definitiva stabilizzazione, dopo tutta una serie di proroghe, si presenta l’assurdo rovescio della medaglia: i fondi stanziati dallo Stato e dalla Regione servirebbero solo a garantire contratti di 16/17 ore, che andrebbero ad incidere sugli stipendi di questi lavoratori ed anche sulla qualità dei servizi da erogare ai cittadini. La Regione Calabria, allo scopo, è stato ricordato, ha storicizzato la somma di 38 milioni di euro ma, ciononostante, questi fondi sono insufficienti a garantire una dignitosa stabilizzazione ai lavoratori LSU-LPU. Interpretando le medesime preoccupazioni di tutti gli altri sindaci calabresi per il clamoroso passo indietro di questi lavoratori che, dopo aver lottato ed atteso la tanto agognata stabilizzazione e dopo essere stati impiegati a 26 ore, si vedrebbero fortemente penalizzati, ha rimarcato, inoltre, che la riduzione delle ore di lavoro andrebbe ad incidere sul buon funzionamento   dei servizi da erogare ai cittadini, con gravi conseguenze per l’Ente Locale. Per il sindaco di Cassano, questa situazione rischia di trasformarsi in un vero e proprio dramma sociale, in quanto andrebbe a pregiudicare la già grave situazione economica delle nostre realtà, in una terra già troppo segnata dalla piaga della disoccupazione e della mancanza di opportunità di lavoro.  Il sindaco Papasso, nelle sue missive, ha, infine, invitato i destinatari del Governo ad avviare una seria riflessione sulla problematica, attivando tutte le politiche necessarie a garantire, finalmente, il lavoro stabile e giustamente retribuito a questi lavoratori, divenuti ormai indispensabili per la Pubblica Amministrazione. Ai rappresentanti istituzionali della Regione Calabria, ha chiesto un incontro con i sindaci e gli amministratori calabresi, unitamente al sindacato, per cercare di trovare insieme una soluzione equa al problema dei lavoratori LSU- LPU, che è anche il problema dei Comuni. All’Anci, infine, che si faccia parte attiva nella vicenda dei lavoratori precari e portavoce presso il Governo perché si attivi a dare una giusta e definitiva risoluzione a una situazione che si trascina ormai da quarto di secolo, garantendo ai lavoratori il diritto ad un salario dignitoso.

Lì, 09.09.2020                                 Il Capo Ufficio Stampa – Mimmo Petroni  –

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