L’arroganza baronale dei Compagna alle elezioni del 1861, racconto di Martino A. Rizzo

Corigliano Rossano – Fatta l’Italia con i plebisciti del 1860, necessitava dotarla di un parlamento che la rappresentasse interamente e proclamasse il nuovo sovrano. Così il 27 gennaio 1861 si tennero le elezioni per la Camera. Nel Distretto di Rossano vennero individuati due collegi, ognuno dei quali poteva eleggere un solo deputato. Nel collegio di Corigliano si fronteggiarono Vincenzo Sprovieri di Acri e Pietro Compagna, coriglianese, fratello del barone Luigi. Vinse lo Sprovieri con 468 preferenze, forte dei voti dei paesi albanesi, mentre Compagna ebbe 111 preferenze.

Nel collegio di Rossano, che aveva 625 elettori, alla prima votazione i due candidati con più preferenze, Pietro Compagna e Benedetto Greco di Rossano, non superarono la soglia di un terzo degli aventi diritto al voto nel collegio e il 50% dei voti espressi (art. 91 della legge elettorale del 20 novembre 1859). Perciò si dovette ricorrere al ballottaggio che si tenne il 3 febbraio, cioè entro otto giorni, come prevedeva la legge. Al ballottaggio votarono 466 elettori e la spuntò Pietro Compagna con 285 voti, che venne così eletto al primo parlamento dell’Italia unita in rappresentanza del collegio di Rossano; Greco invece si fermò a 181 preferenze.

Sia dall’anagrafe di Corigliano, dal sito della Camera dei Deputati, si ha conferma che il deputato Pietro Compagna era nato a Corigliano Calabro il 5 dicembre 1831.

L’art. 96 della legge elettorale del 1859 stabiliva che per essere eleggibile a deputato necessitasse soddisfare la condizione dell’art. 40 dello Statuto Albertino. A sua volta lo Statuto recitava che “nessun Deputato può essere ammesso alla Camera, se …non ha compiuta l’età di trent’anni, […]”.

Pietro, nato il 5 dicembre 1831, il 27 gennaio 1861 i fatidici trent’anni ancora non li aveva, mancava qualcosina, pochi mesi. E allora come fece a diventare deputato pur non avendo l’età giusta? Semplice, per un Compagna sarebbe stata un affronto non mandare un rappresentante della famiglia più potente del Circondario al parlamento di Torino a causa di una tale quisquiglia. E a un Compagna tutto era permesso; se il problema consisteva in una questione di età, la soluzione stava nel certificato che poteva essere “aggiustato” secondo necessità.§ Come appunto venne fatto. Sulla questione dell’età di Pietro Compagna ci fu poi un’interrogazione parlamentare, ma tutto si risolse senza strascichi di sorta.

D’altra parte, a quell’epoca le elezioni erano quelle che erano. In tutta la Calabria i votanti erano appena più di 21.000 e a Rossano qualche centinaio, così le elezioni erano facilmente manovrabili. Leopoldo Franchetti che aveva visitato le provincie napoletane tra il 1873 e 1874 per presentare una relazione al governo, raccontò nel suo diario di viaggio che “i cafoni non capiscono nulla: Sono spesso elettori senza saper leggere; ne seguono influenze indebite nelle elezioni. I candidati qualsivoglia compiono essi stessi le schede agli elettori” .

E Pasquale Rossi, cosentino, medico, sociologo, scrittore, nel suo famoso libro del 1909 “L’Animo della Folla” affermò che “un grosso elettore può ridersi delle leggi; fare le votazioni nel proprio castello; mettere come votanti, e morti ed analfabeti […]”.

Insomma questa era la Calabria dell’epoca e questo era il potere che i Compagna potevano esercitare nel Circondario.

Martin A. Rizzo

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

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