Nulla, o quasi, per i risultati dei tamponi effettuati dal lunedì 26, con gente che aspetta per ricoverarsi, ed altri in quarantena volontaria perché possibili covid+. E c’è anche chi è nel limbo, perché sintomatico, e non si sa se deve seguire il percorso covid o può essere curato in un reparto “normale”. Storie di ordinaria follia, in epoca covid.
Non arrivano i risultati perché si fanno troppi tamponi, e si continuano a richiedere e fare più tamponi, spesso senza motivo, spesso senza rispettare i tempi di incubazione, spesso con scopo di “medicina difensiva”.
Lo dico chiaro, e ci sono i dati che parlano: si fanno tamponi inutili.
Mi attirerò le antipatie di qualcuno, ma c’è qualche collega che ritiene di tutelare la scuola (e soprattutto se stesso) richiedendo tamponi a catena, ad intere famiglie. Basta parlare di febbre, scatta il tampone, e poi parliamo del resto. Per fortuna sono pochi, molto pochi, e dopo il periodo iniziale di “disorientamento” creato dalla circolare sulla scuola, tutti i colleghi stanno assolvendo con responsabilità i propri compiti, andando oltre quelli che sono i propri doveri, anche a costo di rischi personali (che sicuramente ci sono, soprattutto in questa fase).
Finisco ricordandovi i due nuovi casi a Trebisacce, e due ulteriori casi a Corigliano-Rossano, se volete uno a Corigliano e uno a Rossano.
Ma il “botto” lo dovremmo fare all’arrivo dei numerosi risultati attesi. Spero di sbagliare e dico che comunque, rispetto ad altri territori, stiamo andando bene. Anche se stamani è stato diffuso il risultato di una ricerca che colloca l Calabria in zona rossa, cioè peggio della Lombardia. Questo perché non si considerano solo il numero di casi rispetto alla popolazione, ma una serie di parametri, anche sanitari, che in questo momento ci fanno precipitare in fondo alla classifica. Ma ci siamo abituati!