Ci sta che ti svegli una mattina in Calabria e scopri perché per non morire di mala sanità ti devi fare le valigie ed emigrare, fosse anche per mettere una protesi ad un’anca. Ti svegli in questa splendida terra una mattina e capisci che a volere tutto questo non sono medici incapaci, in cui il più delle volte coprono doppi turni in condizioni allucinanti senza mezzi primari per affrontare le esigenze dei pazienti. Puoi rischiare di non svegliarti una mattina perché nel frattempo di notte ti è sopraggiunto un infarto, ma il distaccamento sanitario più vicino a casa tua dista oltre i 18 minuti di distanza, come in molte regioni italiane, e tu non ti sveglierai perché disti magari 45 minuti. Ci sta che magari un giornalista alza e scoperchi il calderone del filone “commissariamento” e capisci che non è colpa tua, non della tua Terra, ma di vari Governi che negli ultimi 13 anni hanno messo qualcuno a vigilare che non solo non vigila, ma non viene nemmeno controllato. E tu sei lì a pagare in prima persona la deficienza di chi comanda e dei comandanti! Ma poi c’è anche un Dottore che lavora incessantemente all’ospedale Pugliese e cerca di trovare soluzioni perché nel frattempo i commissari incompetenti non solo hanno fatto triplicare il debito, ma negli ultimi mesi non si sono premurati nemmeno di attivare il piano per il Covid. E nella sua immensa semplicità il Dottore alza il telefono e che fa? Qualche telefonata, tre o quattro a dire il vero, ma arriva al Colonnello Zizza, responsabile dell’Ospedale Militare di Messina e chiede la cortesia se in Calabria possiamo avere dei presidi militari di ospedali da campo, fosse solo per poter smaltire tutti i tamponi per i quali i pochi centri Calabresi, addetti a farlo, sono al collasso. La meraviglia del Colonnello sapete quale è stata? Che la telefonata fosse arrivata da un Dottore e non dagli organi preposti politicanti di Comune, Provincia e Regione!!! Sta di fatto che la promessa è stata mantenuta e gli ospedali li stanno attrezzando. Quindi mi rivolgo a Spirlì e ad Abramo: non affannatevi a spararvi le pose come se aveste smosso il mondo e avete risolto il problema, perché vi dovreste prostrare davanti all’abnegazione di quel Dottore che mentre lavora in ospedale, a salvare vite, si scervella per trovare soluzioni all’abbandono totale da parte di tutte le istituzioni. Personalmente orgogliosa che “quel Dottore” fa parte del Movimento Equità Territoriale. L’umiltà che gli appartiene ai miei occhi lo rende più grande di tutti i componenti della Regione messi assieme! Grazie!