Se vi è un Piano Sanitario che prevede il suo depauperamento, questo allora va rivisto, fino a quel dì in cui vedremo funzionante l’Ospedale Unico della Sibaritide, che garantisca servizi e cure adeguate per tutti coloro che ne necessitano. Se tale preambolo presenta una determinazione per un diritto alla salute, divenuto impossibile in questa martoriata terra, non si può non fare riferimento ad un altro aspetto delicato, quello di una Città allo sbando: nell’area del Centro Storico Coriglianese, sono stati via via tolti servizi essenziali, uffici importanti e, adesso, si vorrebbe persino depotenziare il presidio ospedaliero. Eppure la Protezione Civile aveva offerto una struttura e un servizio pre-triage per definire, in via preventiva, i sintomi del Covid. Perché non lo si è voluto potenziare? Oggi, quel luogo è stato abbandonato come in una guerra già persa, divenendo una tenda sporca e senz’anima. Un’immagine che abbiamo visto su programmi televisivi a livello nazionale. Questo stato deplorevole non ci appartiene, come uomini e come coriglianesi. In questo Ospedale abbiamo assistito alla vita ed alla morte dei nostri cari. C’è il nostro sangue, delle nostre donne divenute madri, depotenziarlo non è dignitoso per chi vuole essere e dimostrarsi civile, e non certo cittadino di terza serie!
Pertanto, si chiede, da Coriglianesi, la dignità di uomini e donne ad accedere a cure mediche; parimenti, appare non più procrastinabile chiarire, una volta per tutte, le responsabilità di chi oggi, pur dovendo dirigere e vigilare sulla Sanità territoriale, come il Dottore Carino, risulta assente. Non si comprende ancora chi abbia permesso che un Ospedale come il Giannettasio sia giunto al collasso e, nonostante centinaia di contagi e diversi morti e interi reparti infettati, non venga messo a disposizione il Guido Compagna a servizio dei pazienti, che, per patologie diverse dal Covid, si recano al Pronto Soccorso. Se il Commissario Provinciale ASP di Cosenza, Dottoressa Bettelini, pensa che i coriglianesi non siano meritevoli di un idoneo ricovero o di un centro per la raccolta tamponi, ebbene forse anche lei dovrà rivedere i suoi Piani, perché, come Partito, non staremo ad assistere passivamente a questo sfacelo sanitario. Il Legislatore e propugnatore della Legge sulla Fusione dei due Comuni, Onorevole Giuseppe Graziano, ha messo nero su bianco gli aspetti più prossimi, affinché le due Città possano unirsi attraverso politiche e scelte oculate e opportune relazioni: la Sanità è tra questi. Quel che Graziano, quindi, ha unito in una Legge, Stasi non divida per approssimazione, negligenza e incompetenza, perché è chiaro che questa è la percezione dei più.
Alla luce di quanto sopra, come Partito, al fine di alleggerire il carico di lavoro del Giannettasio e riqualificare l’offerta sanitaria del territorio, chiediamo, come priorità urgente, un presidio efficiente ed efficace anche al Guido Compagna: il ripristino del pre-triage in sicurezza, avvalendosi anche dell’esperienza e della figura di Gino Strada, con un punto prelievo tamponi, e un Pronto soccorso in grado di accettare e gestire in sicurezza le persone negative al Covid, che, sulla base dei bisogni, potranno accedere alle cure e agli eventuali ricoveri necessari. Lasciare il Centro Storico e il territorio di Corigliano senza un Presidio medico ospedaliero di riferimento e senza l’assistenza domiciliare dovuta a decine di famiglie con malati Covid, significa che il Servizio Sanitario ha rinunciato alla propria missione, non essendo in grado di provvedere alle cure essenziali dei cittadini. Parimenti, nell’attesa dell’ultimazione dell’Ospedale Unico della Sibaritide, l’UDC ribadisce l’urgenza di definire e rafforzare i Reparti medici localizzati e da localizzare nel Guido Compagna. Su tali questioni, attendiamo che la Direzione Sanitaria ci dia veloce riscontro e manterremo alta la guardia (Comunicato stampa).
UDC CORIGLIANO – ROSSANO
Il Coordinatore Cittadino – Carlo DI NOIA
Il Coordinatore del Circolo Centro Storico Corigliano – Alfonso CARAVETTA