Questa mattina un corteo organizzato da braccianti e lavoratori della tendopoli di San Ferdinando ha percorso le strade della Piana di Gioia Tauro, attraversandole con rabbia, ordine, maturità e determinazione.
L’ennesima morte, questa volta quella di Gassama Gora, ucciso da un’auto pirata mentre rientrava dal lavoro, chiama in causa le responsabilità di chi aveva il dovere di agire, garantendo sicurezza e dignità alla popolazione straniera della Piana, e non lo ha fatto.
Gli abitanti della tendopoli hanno scelto di manifestare, far sentire la loro voce, pretendere un cambiamento immediato affinché la loro sicurezza e la loro dignità non siano più vilipese. Negli anni, infatti, troppe persone hanno perso la vita a causa dell’inefficienza e dell’incuria di chi non ha predisposto le giuste misure per una risoluzione strutturale e definitiva della sempiterna emergenza che caratterizza il lavoro migrante sulla Piana.
L’iniziativa di questa mattina è stata molto partecipata: più di 500 persone hanno scioperato e non si sono recate nei campi a erogare il proprio prezioso lavoro, dimostrando che chi ritiene di poterli ricattare giocando sulla precarietà economica e sociale che infonde le loro vite sbaglia di grosso.
Come USB abbiamo supportato la mobilitazione di quest’oggi senza in alcun modo sostituirci a processi decisionali che sono il risultato di discussioni, assemblee e valutazioni maturate negli ultimi giorni. Diamo e daremo sempre il nostro sostegno alle lotte dei braccianti e dei migranti, senza voler però “mettere il cappello” a ogni costo su un’iniziativa partorita liberamente e autonomamente. La fiducia e il rispetto reciproci consolidati nel lavoro che svolgiamo quotidianamente con gli abitanti della tendopoli ci spinge a riconoscere loro piena e degna soggettività politica.
Nel corso della mattinata e di concerto con i manifestanti, abbiamo stabilito un contatto con il Dicastero del Lavoro guidato dal Ministro Nunzia Catalfo, cui abbiamo già inviato una richiesta di incontro nei prossimi giorni, affinché vengano date risposte certe alle rivendicazioni dei lavoratori. Ci uniamo a loro nel chiedere politiche abitative che sostituiscano i ghetti; misure che garantiscano documenti certi per indebolire la presa del lavoro nero e della marginalità; assistenza economica e sanitaria in questo periodo di pandemia; salari giusti per dire basta allo sfruttamento.
Monitoreremo l’evolversi della situazione, in modo che non vengano più accampati rinvii a scelte politiche che vanno assunte con decorrenza immediata.
comunicato stampa