È quanto dichiara l’ex sindaco di Corigliano Calabro, Pasqualina Straface, rappresentante del Movimento del Territorio, che in merito all’ennesima esondazione del fiume Crati verificatasi nel pomeriggio di ieri, nell’esprimere la massima solidarietà a tutte le famiglie e alle aziende delle zone interessate, ripercorre, con date e dati alla mano, l’iter dell’annosa vicenda e chiama in causa alle proprie responsabilità l’attuale Amministrazione comunale.
“Il problema del Crati è atavico e la sua soluzione si era già pensata con la cosiddetta “legge Soverato”. Infatti, successivamente all’esondazione del torrente Beltrami che causò ben 11 morti, lo Stato istituì immediatamente un commissario straordinario per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua, e tra questi c’era anche il Crati. Per la provincia di Cosenza furono stanziati 80.000.000 euro dell’intera cifra, che si aggirava intorno ai 230.000.000 euro; di questi 80.000.000 euro, ben 4.000.000 erano stati previsti per la messa in sicurezza del Crati. Con il governo regionale avente Luigi Incarnato come assessore ai Lavori Pubblici, nel 2010 era stata fatta una lista dei corsi d’acqua più a rischio esondazione con la previsione di 2.000.000 euro per il Crati. Ma di questi soldi non se ne è saputo mai niente e mentre da pochi giorni il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, è riuscito a farsi finanziare la parte del Crati che riguarda Cosenza per 3.000.000 euro, per questa parte del Crati che riguarda i comuni di Cassano all’Ionio, Terranova da Sibari, Corigliano Rossano, non si vede l’ombra neppure di un centesimo. A tal proposito, è opportuno ricordare – dichiara Straface – che l’Amministrazione comunale guidata dalla scrivente aveva attivato in merito tutte le istituzioni, coinvolgendo i Comuni di Cassano e Terranova ed aprendo un tavolo al quale hanno più volte partecipato i tecnici della Regione Calabria. In quell’occasione era stato pure stanziato 1.700.000 euro per i primi lavori urgenti che interessavano lo stesso fiume Crati. In seguito, ci fu l’esondazione del febbraio 2011, poi recentemente quella del 2018, e di frequente la popolazione è sempre in uno stato d’allarme, con la brutta esperienza che mentre nel 2011 si intervenne subito, nel 2018 si tardò ad intervenire con le conseguenze che, purtroppo, tutti conosciamo: sgomberi di abitazioni, moria di animali, masserizie di residenti distrutte, e via discorrendo. Così come nel 2011, con sindaco la scrivente, anche nel 2018 il Comune, con il commissario straordinario Domenico Bagnato, con ordinanze di somma urgenza, ha anticipato le somme per mettere mano al problema con utili lavori che hanno frenato i danni. La sostanziale differenza è che i lavori del 2011 hanno dato buoni risultati, mentre quelli del 2018 non sono stati altrettanto validi, tant’è che proprio nei punti dove si è intervenuti in questi giorni riappare il problema ed i massi si stanno sgretolando. Il fenomeno dell’esondazione, questa volta, ha minacciato anche la parte più a valle, in contrada Foggia. Dopo due anni, quindi, nulla è cambiato, anzi la situazione è notevolmente peggiorata, a tutto danno delle comunità residenti e/o operanti in queste contrade del territorio comunale”.
Comunicato stampa