Pillola abortiva, anche la Regione Calabria dica no alla somministrazione del farmaco (RU486) in day hospital e all’estensione del limite di utilizzo dalla settima alla nona settimana di gestazione.
L’aborto – continua – non può essere fai-da-te! Altro che difesa dei diritti della donna. In piena emergenza covid è stato perpetrato un vero e proprio attentato alla vita.
Con questa iniziativa – continua – si snatura, infatti, il ruolo stesso non solo delle associazioni pro life, ma degli stessi consultori, indicati come luogo di accompagnamento e di informazione per la donna in gravidanza che liberamente decide di abortire o, appunto, tenere il bambino.
Come Movimento per la Vita – prosegue – ci siamo subito opposti a questa che noi consideriamo una aberrazione etica e sanitaria. Grazie al supporto del nostro Presidente Onorario, il Senatore Antonino Monteleone, abbiamo individuato in quel provvedimento una pratica subdola. Con questa, infatti, vengono calpestate la dignità del concepito e la libertà e la dignità della donna, specie nella grave omissione della tutela della sua salute da parte dello Stato. Non è concepibile né tollerabile – conclude Bruno – pensare di abbandonare la donna in difficoltà nella totale solitudine ed ai rischi che derivano dal favorire un aborto con la stessa semplicità con la quale si consiglia un’aspirina per il mal di testa.