I fatti raccontano che nella notte del 3 febbraio scorso i Carabinieri avessero fermato il ragazzo presso un distributore automatico di sigarette, ma con tale comportamento, oltre a violare le misure restrittive di divieto di circolazione dalle ore 22 alle ore 5, avesse trasgredito palesemente l’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dall’Autorità Giudiziaria, a cui era sottoposto dal dicembre scorso, dopo che i militari ausonici erano riusciti a ricostruire dettagliatamente le sue responsabilità per una rapina aggravata dall’uso di una pistola, perpetrata a novembre presso un tabaccaio del posto e che aveva destato molta allarme fra i residenti. Inoltre il 19enne, non contento del suo comportamento, una volta portato in caserma, durante le attività di rito, aveva tentato anche di fuggire anche dalla Compagnia coriglianese, spintonando i militari, ma veniva prontamente bloccato.
Sulla base di quanto accertato era stato, quindi, arrestato per resistenza a pubblico ufficiale ed evasione dal regime degli arresti domiciliari. Successivamente all’udienza di convalida, l’indagato era stato rimesso agli arresti domiciliari, ma il comportamento accertato dai Carabinieri richiedeva evidentemente una revisione della misura cautelare e il GIP, accogliendo la tesi della Procura della Repubblica di Castrovillari, disponeva la pena cautelare più grave della detenzione in carcere, ritenendo inadeguato il provvedimento cautelare meno afflittivo emesso nei confronti del giovane, al quale era stato dato, nonostante la gravità del reato contestato (rapina aggravata) un ampio credito fiduciario nella esplicita speranza potesse avviare un ravvedimento, ma con il comportamento tenuto ha dimostrato assoluta indifferenza anche al rispetto degli ordini impostigli, facendo emergere l’inadeguatezza dell’attuale misura. Sulla base di ciò i Carabinieri della Stazione di Corigliano Calabro Scalo traducevano il 19enne presso la Casa Circondariale di Castrovillari a disposizione dell’A.G. (Comunicato stampa)