E’ alquanto evidente che, nella nostra regione, la campagna per la vaccinazione anti Covid-19 proceda con estrema lentezza. Del resto, i dati ufficiali sulle somministrazioni parlano chiaro: con 65.143 dosi somministrate a fronte di 104.370 dosi consegnate, per una percentuale che copre appena il 62,4% della popolazione, la Calabria risulta l’ultima regione d’Italia nello svolgimento e nella esecuzione del piano vaccinale nazionale. Un dato che potremmo definire decisamente allarmante, tenuto, soprattutto, conto che, nei prossimi giorni, è prevista la terza ondata di contagio, per la quale gli esperti hanno da sempre raccomandato attenzione e precauzione. A ciò si aggiunge la scoperta delle varianti del virus che, per quanto gli scienziati dicano di tenere sotto controllo, rappresentano sempre un’incognita che pende sulla testa di tutti i cittadini. Abbiamo, infatti, visto come il Covid-19 possa dispiegare effetti lievi o gravi a seconda della vittima che colpisce. Certo, la notizia delle ultime ore, che giunge direttamente dalla sede del Consiglio Regionale, relativa alla sottoscrizione di un accordo fra l’Ente e i medici di base, per procedere alle somministrazioni per gli ultra ottantenni, ci fa tirare un sospiro di sollievo. Ma ciò non basta. La posta in gioco è alta; E se la salute è indubbiamente il bene primario da tutelare, non si può omettere di prestare attenzione anche alla difficile e ostica situazione economica che le attività produttive più colpite da questa crisi stanno subendo. In una Regione che fatica a crescere ed a svilupparsi, situazioni di questo tipo possono anche rappresentare la caducazione di ogni atto finalizzato alle prospettive di rilancio economico. Vivere diverse problematiche, da più fronti, comporta il serio rischio di perdere l’indirizzo programmatico: vale a dire, tutto ciò che ci si prefigge, qualora un evento vada a minare l’attuazione di qualsivoglia piano operativo, diventa una mera perdita di tempo e di risorse. Ecco perché ci sembra opportuno che il piano regionale vaccinale venga completato al più presto. Rivolgiamo, pertanto, un fervido appello ai soggetti istituzionali coinvolti in questa attività, affinché non solo non vi siano tempi di ritardo nelle somministrazioni; non solo si proceda speditamente con quest’ultime; ma si predisponga, fin da ora, una sorta di piano di sicurezza atto ad evitare, mediante il controllo capillare ed effettivo della percentuale di contagio e di diffusione, nonché dei divieti basilari posti a sicurezza dell’incolumità pubblica, eventuali, dannose e, a questo punto, tombali nuove chiusure e restrizioni, proprio alla luce di quella che sarà – come accennato – la terza ondata di contagi.
Pasqualina Straface