Se tre anni fa qualcuno mi avesse detto che il Movimento 5 Stelle – dopo avere vinto le elezioni e ricevuto un mandato popolare fortissimo – mi avrebbe costretto a scegliere fra il votare la fiducia a un governo del genere, oppure il dover essere espulso, gli avrei sonoramente riso in faccia.
Io voglio continuare a dare il mio contributo nel Movimento e per il Movimento, ma se il Movimento decide di regalare quindici anni di lotte, sacrifici e battaglie a coloro i quali hanno devastato questo Paese negli ultimi trent’anni, assecondando la manovra di palazzo che ha portato alla deposizione di Conte, legittimando Mario Draghi come presidente del consiglio, accettando di rimanere fuori da tutti i ministeri sensibili dal punto di vista economico e sociale (lavoro, salute, scuola, università, sviluppo economico, trasporti, finanze), accontentandosi di piazzare una simbolica bandierina politica al ministero degli Esteri, e non essendo neanche in grado di tollerare un minimo di dissenso interno rispetto a questo scempio, allora succeda quel che succeda. Sentirò comunque di avere dato tutto.
Stasera il mio NO a questo governo sarà netto, convinto e consapevole. Oltre ogni minaccia, oltre ogni pressione, oltre ogni possibile conseguenza personale alla quale potrei andare incontro.