Prenotare diventa un terno al lotto
Se non fosse che prenotare la vaccinazione diventa spesso un terno al lotto, perché la piattaforma di Poste Italiane, usata anche dalla Calabria, talvolta non riconosce i codici esenzione inseriti dagli utenti che cercano di registrarsi. Il motivo l’abbiamo spiegato qui: l’anagrafica sanitaria regionale non è aggiornata a causa dell’inefficacia del sistema informativo digitale. La conseguenza sono migliaia e migliaia di email, che da giorni stanno intasando la casella di posta elettronica del dipartimento Tutela della salute, paradossalmente su invito dello stesso ufficio, che il 25 marzo scorso ha sollecitato chi non fosse riuscito a prenotarsi ad inviare una segnalazione compilando l’apposito modulo. Una mossa con la quale si cercava di mettere le mani avanti, nella consapevolezza che il database ragionale fa acqua da tutte le parti.
Cittadini imbufaliti
Ma hanno sottostimato l’impatto dell’utenza, che da quasi una settimana ormai sta disperatamente subissando di messaggi non solo l’indirizzo fornito dal Dipartimento (piattaformavaccini@regione.calabria.it) ma qualunque altro indirizzo email gli capiti a tiro, come quello della Direzione generale e della Protezione civile.
Da allora, il dipartimento alla Tutela della salute sembra «un formicaio», assicura chi ha avuto modo di darci un’occhiata. «Si lavora giorno e notte per rimediare e comunicare al sistema di Poste Italiane i codici che non risultano inseriti e aggiornati».
L’inghippo
Funziona così: un calabrese che ritiene di aver diritto subito al vaccino prova a prenotarsi sulla piattaforma ufficiale, quella di Poste, ma non ci riesce; allora manda la famosa mail allegando il certificato del medico curante con i codici esenzione che, secondo la disciplina nazionale, gli darebbero diritto alla priorità vaccinale; a questo punto il messaggio di posta elettronica arriva in Regione insieme a migliaia di altre istanze dello stesso tenore e le “formiche” si mettono al lavoro con l’obiettivo di aggiornare manualmente i codici esenzione ammissibili, affinché la piattaforma nazionale li riconosca e consenta la prenotazione.
Le formichine
In prima linea tra le formichine c’è il personale esterno di Exprivia, una delle società che formano il Raggruppamento temporaneo di imprese che nel novembre del 2018 si è aggiudicato il nuovo appalto da oltre 22 milioni di euro per la gestione del Sistema informativo sanitario regionale e delle aziende (Sec-Sisr), che, come spiegato più volte, non funziona come dovrebbe. Se lo facesse, cioè se i dati fossero sempre aggiornati e immediatamente disponibili, tutto questo non sarebbe successo e combattere la pandemia in Calabria sarebbe più facile.
Longo e il modulo gratuito di Google
Ma il commissario alla sanità, Guido Longo, invece di ammettere una volta per tutte dov’è la falla, ha preferito diffondere una nota nella quale attribuisce la colpa delle mancate prenotazioni agli utenti che non sanno compilare a dovere il form online oppure credono erroneamente di rientrare tra i soggetti fragili. Salvo poi aggiungere: «Per evitare di allungare i tempi di risposta ai pazienti fragili che continuano a riscontrare difficoltà ad accedere alla piattaforma di prenotazione è stata creata una modalità più veloce di segnalazione attraverso un form on line: https://docs.google.com/forms».
Dunque, le difficoltà ci sono, anche se si scremano da errori e tentativi di prenotazione non legittimi. E fa un certo effetto constatare che, per decongestionare il sistema, il commissario e la Regione si affidino a un modulo realizzato (gratuitamente) da Google, con buona pace degli oltre 36 milioni di euro di fondi pubblici spesi negli ultimi 7 anni per una rivoluzione digitale che resta ancora una chimera.
fonte LaCnews24