I FATTI Il decesso dell’uomo si era verificato nel 2016 mentre si trovava ricoverato presso il reparto di medicina del presidio ospedaliero di Castrovillari, per come disposto a seguito di problemi di carattere respiratorio manifestati dal paziente in corso di visita d’urgenza presso il pronto soccorso del medesimo ospedale. Nello specifico, l’uomo accusava problemi di gonfiore addominale e altri disturbi derivati da un’eccessiva ingestione di fichi d’india per cui era stato già in precedenza visitato presso le postazioni di pronto soccorso di Rossano e di Corigliano.
Per come ricostruito, precedentemente al ricovero il paziente si era recato presso il proprio medico di famiglia per una tosse e, a seguito di visita medica, gli era stata prescritta una terapia farmacologica da seguire per una settimana. La settimana successiva, sentendosi meglio, si era recato in campagna con la moglie per raccogliere dei fichi d’india di cui aveva fatto largo consumo nella giornata. L’indomani aveva cominciato ad accusare disturbi e il giorno dopo, sopraggiunto anche il gonfiore addominale (come puntualmente riportato dalla moglie in sede di denuncia-querela) veniva portato dai familiari presso il pronto soccorso dell’ospedale di Rossano dove, in sede di accettazione, la dottoressa constatava la gravità del malessere riferito dal paziente, disponendo una visita medica generale e specifici esami clinici a seguito dei quali si rendevano necessarie una visita chirurgica specialistica e una analisi radiografica dell’addome. Nella richiesta di esame la dottoressa, poi indagata, identificava la situazione clinica del paziente come “urgente” in quanto giunto presso il pronto soccorso a stadio inoltrato. A seguito degli esiti della visita chirurgica e degli esami specifici effettuati, i medici di turno ritenevano di poter dimettere il paziente con prescrizione di cure domiciliari. Successivamente, continuando ad accusare disturbi, l’uomo veniva portato presso l’ospedale di Corigliano e poi presso quello di Castrovillari dove, nonostante la risposta positiva ai farmaci, dopo qualche giorno si era verificato il decesso.
IL PROCEDIMENTO In seguito alla denuncia-querela sporta dai familiari la Procura apriva un procedimento penale anche a carico della dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale di Rossano. Veniva inoltre espletata una consulenza, disposta dalla Procura della Repubblica, a seguito della quale veniva formulata richiesta di opposizione da parte dei familiari del paziente.
All’esito dell’udienza camerale il Gip presso il Tribunale di Castrovillari ha ordinato l’archiviazione del procedimento penale ritenendo la totale estraneità al fatto di reato in contestazione anche da parte dell’assistita dell’Avv. Francesco Nicoletti (Comunicato stampa).