Durante i sette incontri, che hanno coinvolto 37 relatori, tra scienziati, ricercatori, medici, ospiti provenienti da diversi ordini professionali ed enti regionali e nazionali, hanno affrontato molti temi relativi alle problematiche ambientali. Si è parlato di depurazione delle acque, di frane, alluvioni, inquinamento e correlate ricadute sulla salute delle persone, biodiversità e ed ecosistemi. La parola chiave dei seminari è stata “sfide”: un termine che mette in evidenza la volontà di superare i problemi del territorio evidenziati già nel titolo di questo primo ciclo, “Calabria, Terra fragile”.
«Il seminario conclusivo, dedicato al monitoraggio come misura sistematica delle problematiche e la percezione del rischio nella società – spiega l’assessorato –, ha registrato e confermato il grande successo di tutti gli eventi precedenti».
«Tra i vari esempi – sottolinea l’assessorato – il professore Andrea Bloise ha mostrato «una preoccupante panoramica dei tetti di Crotone ancora coperti di Eternit. Ma anche esperienze positive con lo studio di una struttura scolastica del 1976 che, come evidenziato dalla professoressa Serena Artesa, ha superato tutti i test di sicurezza sismica, e si tratta sicuramente di una notizia incoraggiante».
«Interessanti – si afferma ancora – le prospettive positive sui rifiuti illustrate dal professore Massimo Migliore, secondo cui la Calabria avrebbe margini di miglioramento con la possibilità di arrivare, alla produzione di un terzo di energia necessaria per le famiglie attraverso un ciclo virtuoso che usa i rifiuti organici e arriva al biometano».
«Da rilevare – prosegue l’assessorato – le interessanti considerazioni del sociologo dell’Unical, professore Walter Greco, che ha mostrato una preoccupante sfiducia della gente nei confronti delle scienze, e della crescente popolarità di soluzioni ai problemi fornite da pseudo-scienziati che ricordano gli stregoni medievali».
«La presentazione finale – è la conclusione – è stata affidata alla chairwoman dell’evento, la professoressa Rosanna De Rosa, che ha sintetizzato, in una slide, tutti i rischi che corriamo, come conseguenza della violenza fatta dalle persone alla fragile Terra in cui viviamo».
«Si potrebbe iniziare facendo rete anche tra i partecipanti a questi seminari creando un rapporto tra istituzioni: Regione, Università, amministratori locali e mondo della ricerca. Sono convinta – dichiara l’assessore Savaglio – che la Regione debba chiedere il supporto del mondo scientifico per affrontare, insieme a tecnici e addetti ai lavori, i problemi che affliggono il nostro territorio. È necessario diffondere conoscenza per far raggiungere consapevolezza alla più ampia platea di persone possibile. Abbiamo visto quali sono le enormi possibilità delle infrastrutture di ricerca in tema di rischio idrogeologico e salvaguardia dell’ambientale. Non bisogna dimenticare che sono a disposizione della società».
(Comunicato Stampa)