È quanto dichiara l’ex sindaco di Corigliano Calabro, Pasqualina Straface, rappresentante del Movimento del Territorio, nel chiamare in causa ruolo e responsabilità del primo cittadino.
“Ad oggi, nonostante il sindaco Stasi ne sia entrato in possesso già dallo scorso 2 aprile, non abbiamo ascoltato o letto nulla in merito alla sua posizione in merito al redatto Atto aziendale: quali le sue proposte, le sue osservazioni, anche alla luce del suo ruolo, considerato, tra l’altro, che presiede la Conferenza dei sindaci? Cosa ne pensa Stasi dell’accorpamento dei 4 Servizi di Salute Mentale (CIM) insistenti sul territorio e del declassamento del locale reparto di Psichiatria, nonostante le elevate competenze professionali in esso insistenti? Cosa ne pensa, lo stesso Stasi, circa il forte ridimensionamento scaturito dal nuovo assetto organizzativo del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze, che prevede, secondo l’Atto aziendale, l’istituzione di una Struttura Semplice, denominata SerD Area Jonica, con grave nocumento per la cura e l’assistenza di cittadini affetti da alcolismo e altre problematiche che necessitano, invece, di costante attenzione? Perché, inoltre, il sindaco non ha ritenuto opportuno chiedere la convocazione di un Consiglio comunale sulla questione, senza affrontare un simile argomento, destinato ad avere notevole impatto sul territorio, con il necessario coinvolgimento di forze politiche, parti sociali, cittadinanza? E ancora: quale sarà il futuro del Distretto sanitario territoriale e in base a quali criteri verrà organizzato, considerato che allo stato attuale quello di Corigliano è allo sbando e risulta essere privo, dal mese di settembre, di un direttore, così come manca la figura del direttore delle risorse umane? Questi ed altri quesiti – conclude Pasqualina Straface – sono più che legittimi e attendono risposte dal sindaco della terza città della Calabria. Risposte che, ad onor del vero, lo stesso avrebbe già dovuto dare spontaneamente e in tempi opportuni, per rispetto alla comunità amministrata e ai suoi diritti, mai come in questo momento fondamentali per ciò che concerne la cura e l’assistenza sanitaria” (Comunicato stampa).