«Quello firmato oggi con tutti i rappresentanti delle attività del commercio, dell’artigianato e dell’industria – spiega il presidente Spirlì – è un accordo importante, attraverso il quale vogliamo garantire la vaccinazione agli operatori direttamente nelle sedi del lavoro».
«Con encomiabile spirito di collaborazione e solidarietà – aggiunge il presidente –, i rappresentanti della media e grande produzione hanno messo a disposizione, assieme all’Inail, i locali e gli strumenti per garantire anche alle attività più piccole di partecipare alla campagna vaccinale senza particolare disagi».
«Questa di oggi – conclude Spirlì – è un’altra prova che la Calabria è in movimento e che l’amministrazione regionale è attiva al fine di tutelare sempre di più i suoi cittadini».
IL PROTOCOLLO
Il protocollo – in considerazione delle indicazioni adottate lo scorso 8 aprile dai ministeri della Salute, del Lavoro e delle Politiche sociali, d’intesa con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con il commissario straordinario e con il contributo tecnico-scientifico dell’Inail – disciplina il rapporto di collaborazione tra la Regione Calabria e gli organismi firmatari per l’estensione della campagna vaccinale anti-Covid alle attività economiche e produttive del territorio.
«I datori di lavoro – è scritto nell’intesa – possono manifestare la disponibilità ad attuare i piani aziendali per la predisposizioni delle vaccinazioni nei luoghi di lavoro in favore delle lavoratrici e dei lavoratori che ne hanno fatto richiesta». Inoltre, si potrà procedere alla somministrazione in azienda «indipendentemente dall’età dei lavoratori, a patto che vi sia disponibilità dei vaccini».
LA FORMAZIONE
«Il personale coinvolto nelle operazioni di vaccinazioni – riporta ancora il testo – dovrà effettuerà il corso “Fad Eduiss”, che verrà integrato con uno specifico modulo per le vaccinazioni nei luoghi di lavoro a cura di Inail, in collaborazione con il Istituto superiore di sanità».
L’ORGANIZZAZIONE
Il piano vaccinale aziendale «dovrà essere inviato all’Azienda sanitaria territorialmente competente», che avrà cura di comunicare «i tempi e le modalità di consegna dei vaccini, di dispositivi per la somministrazione, della messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti informatici per la registrazione dell’attività vaccinale».
LE STRUTTURE PRIVATE
In alternativa alla modalità di vaccinazione diretta, i datori di lavoro che intendono ricorrere a strutture sanitarie private «possono stipulare una specifica convenzione con strutture in possesso dei requisiti per la vaccinazione, con oneri a proprio carico, a esclusione della fornitura dei vaccini e dei dispositivi per la somministrazione che viene assicurata dai servizi sanitari regionali territorialmente competenti».
L’INAIL
I datori di lavoro che non sono tenuti alla nomina del medico competente o che non possano fare ricorso a centri privati «possono avvalersi delle strutture sanitarie dell’Inail» (Comunicato stampa).