Il falso cieco
L’attività operativa è stata svolta al fine di rafforzare l’azione di presidio e vigilanza nel settore delle prestazioni economiche per le invalidità civili, con particolare riferimento allo strumento sociale del riconoscimento pensionistico a favore dei ciechi civili assoluti, vale a dire soggetti con residuo visivo pari a zero in entrambi gli occhi che per tale motivo risultino inabili al lavoro a causa di tale minorazione. In particolare, la componente specialistica del Corpo ha acquisito presso l’Istituto nazionale della previdenza sociale, i dati concernenti i percettori di assegni di pensione di invalidità e/o di indennità di accompagnamento concessa ai ciechi civili assoluti, con riferimento a tutto il territorio nazionale. I nominativi forniti dall’ Inps sono stati comparati con l’esito dell’interrogazione della banca dati dei titolari di patente di guida presso la Motorizzazione civile.
Il rinnovo della patente
L’incrocio dei dati estrapolati dalle banche dati menzionate hanno permesso di individuare i percettori che, riconosciuti ciechi civili e quindi beneficiari della pensione di invalidità e/o dell’indennità di accompagnamento derivante da cecità totale avessero successivamente ottenuto il rilascio ovvero il rinnovo della patente.
Partendo da tale base informativa i militari hanno intrapreso mirata attività di riscontro nei confronti di M.A., 67 anni, di Strongoli. I finanzieri crotonesi hanno provveduto ad acquisire la certificazione medica e la documentazione afferente il riconoscimento degli emolumenti previdenziali da parte degli Enti di riferimento, procedendo, altresì, all’esecuzione di servizi di osservazione, controllo e pedinamento. L’attività compiuta ha permesso di accertare che -a fronte della percezione, dal 2011, della pensione di invalidità civile e relativa indennità di accompagnamento, per cecità totale, per un ammontare di oltre 160 mila euro– il soggetto controllato conduceva, con assoluta normalità, tutti gli atti di vita quotidiana spostandosi da un luogo all’altro utilizzando la propria autovettura.
Denuncia e sequestro
In relazione a quanto appurato, i militari hanno deferito M.A. alla locale Procura in relazione all’ipotesi di reato “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, richiedendo, altresì, l’immediato sequestro dei beni patrimoniali per il valore pari agli emolumenti previdenziali illecitamente percepiti nel corso degli anni. Su richiesta del sostituto procuratore Alessandro Rho, che ha coordinato le indagini, il giudice per le indagini preliminari, Romina Rizzo, ha disposto il sequestro di beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie per 160.000 euro, che i militari del Gruppo di Crotone stanno eseguendo in queste ore.
fonte LaCnews24