Molti i calabresi che hanno approfittato della possibilità per tornare a fare colazione comodamente seduti al tavolino o per andare a pranzo.
Tuttavia questa riapertura presenta luci ed ombre. Alla gioia dei titolari di locali che dispongono di uno spazio all’aperto – e dei loro avventori – si contrappone la rabbia di quei commercianti che uno sfogo all’aria aperta non ce l’hanno e che non possono servire neanche un caffè al bar, costretti ad andare avanti con l’asporto e le consegne a domicilio. Dal Pollino allo Stretto, i commenti di questi ultimi sono praticamente identici. “È paradossale – dice Franco, titolare di un bar nel centro di Cosenza – che io, che non ho possibilità di mettere un tavolo all’esterno, non posso ricevere i clienti al bancone, ma al banco dei salumi nei supermercati le persone possono andare e non c’è alcun controllo”.
Dello stesso avviso un ristoratore che ha solo tavoli all’interno. “Queste regole – dice – sono assurde e creano disuguaglianza all’interno della categoria. Vorrei aggiungere che chi come me ha un locale frequentato principalmente per cena è penalizzato due volte, con il coprifuoco alle 22 devo far cenare alle 18? Cosa che sappiamo essere impossibile e in Calabria ancor di più se consideriamo le alte temperature che si raggiungeranno a breve”.
I locali della cosiddetta movida, invece, hanno optato in maggioranza per l’apertura dalle 17 sperando nella voglia dei ragazzi di voler stare all’aperto e anticipare l’orario dell’aperitivo. (fonte: ANSA).