Sono, questi, alcuni dei passaggi del contributo che il Primo Cittadino Filomena Greco ha portato all’assemblea dei sindaci per il Recovery Sud tenutasi nel week end (sabato 22 e domenica 23) a Borgia (Cz) e alla quale hanno partecipato in delegazione 40 sindaci dei 526 aderenti alla rete del Mezzogiorno. Si è trattato del primo di una serie di appuntamenti che gli amministratori hanno deciso di darsi dopo l’approvazione del Recovery Plan, considerata da tutti la grande occasione persa per il Sud.
Il prossimo step dei sindaci sarà quello di chiedere un incontro con il Presidente nazionale ed i presidenti delle regioni del sud dell’ANCI e con la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen per rappresentare le richieste e i progetti che i sindaci del Sud intendono fortemente portare avanti.
LA SALUTE NEL RECOVERY PLAN. È stato, questo, in particolare il tema sul quale ha relazionato la Greco che si è confrontata con i colleghi sindaci sulle questioni e criticità che riguardano in particolar modo i piccoli comuni. Tra gli altri, quello del gap infrastrutturale.
Sanità e Recovery plan. Il nostro Governo – ha sottolineato la Greco – nonostante le gravi carenze emerse nel Sistema Sanitario Nazionale e delle varie Regioni ha previsto nel PNRR uno stanziamento di soli complessivi 18,5 miliardi, di cui 15,6 miliardi dal dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo. A queste cifre si aggiungono 1,7 miliardi di fondi React-EU che portano il totale degli investimenti per la sanità a 20,22 miliardi. In questi 15 mesi di pandemia abbiamo sentito parlare solo del disastro esistente nella sanità, ma non si è stati consequenziali. Il piano del Governo tiene conto giustamente delle criticità della sanità territoriale alla quale assegna un terzo delle risorse, quindi circa 7 miliardi di euro ma non prevede investimenti adeguati per il sistema ospedaliero.
Per quanto concerne la sanità territoriale e di prossimità, nel PNRR – ha sottolineato il Sindaco – sono previsti 2 miliardi per la creazione di 1288 Case della Comunità che dovrebbero servire a rafforzare il ruolo dei servizi sanitari territoriali e la loro integrazione con la componente sanitaria assistenziale. Questa nuove strutture però secondo gli esperti non fanno altro che allontanare i cittadini dalla sanità, in quanto si prevede la realizzazione di una Casa di Comunità ogni 24.500 abitanti, il che vorrebbe dire una ogni 90 kmq in Veneto, mentre in Calabria una ogni 191 Kmq ed ogni 435 in Basilicata. Nei paesi piccoli e nelle regioni a bassa densità abitativa (16 milioni di italiani vivono in comuni con meno di 5000 abitanti) per raggiungere la Casa più vicina potrebbe volerci quasi un’ora. Ancora più grave la situazione relativa agli ospedali. Infatti, per gli stessi, sono previsti solo 5,6 miliardi di euro destinati all’ammodernamento strutturale, tecnologico e digitale mentre il Ministro Speranza aveva previsto per far fronte a queste stesse carenze 34,4 miliardi di euro. Tra le altre carenze del PNRR c’è la questione assunzioni di nuovo personale medico ed infermieristico, vero dramma della sanità. Così come nessuna risposta viene data alla grave emergenza per la migrazione sanitaria dalle regioni del Sud al Nord (Comunicato stampa).