LE ACCUSE Gravissimi i fatti in contestazione per i quali v’è stata una vasta eco mediatica a livello nazionale: associazione a delinquere finalizzata alla propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Nello specifico si contesta ad entrambi gli indagati, Bonamassa residente a Corigliano Rossano e la Rizzi nel Milanese, di far parte di un’associazione, unitamente ad altri dieci indagati e ad altri in via di identificazione, e di aver costituito il gruppo denominato “Ordine Ario Romano (OAR)”, di spiccata matrice ideologica neonazista, al fine di commettere più reati contro l’uguaglianza (libro II titolo XII sezione I bis codice penale) diffondendo – attraverso i canali social Vkontakte, Facebook e la piattaforma messaggistica Whatsapp un gruppo denominato Jedenfreie Liga O.A.R – idee e propositi operativi di natura xenofoba, razzista, antisemita, negazionista della Shoah, negazionista dei crimini di guerra e verso l’umanità e di genocidio, nonché di condotte di apologia del fascismo e nazismo, propagandando ed incitando alla discriminazione e alla violenza razziale, xenofoba, etnica, antisemita e religiosa.
L’INCHIESTA L’articolata attività investigativa, sfociata poi nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Roma, ha interessato le vicende e l’operatività del gruppo “ORDINE ARIO ROMANO”, stabilmente dedito alla pubblicazione e alla propaganda, tramite social network e chat, di scritti, messaggi, video e immagini di contenuto palesemente razzista e discriminatorio e, più nello specifico, di attacchi variamente articolati nei confronti di persone di origine ebraica. In questo contesto divulgativo deviato – ricostruiscono gli inquirenti – risulta costante il riferimento a libri, pubblicazioni ed interventi pubblici di appartenenti al partito nazionalsocialista tedesco e, in primis, al fondatore del terzo Reich, Adolf Hitler. Frequenti le citazioni di chiaro orientamento antisemita espressive della nefasta ideologia del movimento politico sotto alle due guerre, con evidenti preferenze per figure di gerarchi, come Goebbels, Himmler, Rosemberg e del famigerato dott. Mengele, notoriamente impegnato in studi e sperimentazioni di genetica, basate sulla purezza della razza ariana.
Da quanto emerso dalle operazioni di ricognizione delle pagine e dei social network riconducibili all’organizzazione e ai singoli aderenti, nonché da intercettazione telefonica sulle utenze monitorate, per gli inquirenti è evidente un campionario inquietante dei temi cari alla propaganda nazionalsocialista infarcita di visioni complottiste nei riguardi del popolo ebraico e nel contempo di posizioni apertamente e gratuitamente negazioniste, se non dell’esistenza, quanto meno delle proporzioni della “Shoah”, basate sulla pretestuosa e malintesa lettura di studi ascrivibili alla cosiddetta corrente revisionista (Comunicato stampa).