Digitalizzare la pubblica amministrazione è efficienza, risparmio e moralizzazione
Mettere mano alla digitalizzazione significa efficienza e risparmio, semplificazione, eliminare gli sprechi, ma si traduce anche in atto di trasparenza, di democrazia partecipata, e di moralizzazione della vita pubblica (in particolare il filone della corruzione). Eppure i fondi ci sono e ci sono stati. Che fine hanno fatto? C’è il problema della formazione del personale, ritenuto inadeguato ai mutamenti innovativi, ma è superabile mediante l’attivazione di corsi di formazione e di aggiornamento. Tuttavia su questo tema è anche importante guardare con estrema attenzione ai criteri di selezione in materia concorsuale e soprattutto alla parte attinente i requisiti. Non si può ad esempio immaginare di assumere degli europrogettisti, come è accaduto in qualche comune dello jonio cosentino, e non prevedere nel bando la conoscenza della lingua inglese per poi lamentarsi che la pubblica amministrazione non è adeguata ai tempi.
Il Governo nazionale e l’Europa severi sul punto, a Corigliano-Rossano si tenta il cambiamento
Il Governo Draghi ha istituito appositamente un ministero, senza portafoglio, per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale. Tra le priorità: la banda ultra larga; la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese; le infrastrutture digitali materiali e immateriali. Si sta lavorando nella direzione di potenziare l’utilizzo della carta di identità elettronica come strumento di accertamento dell’identità del cittadino e di accesso del cittadino stesso ai servizi in rete. L’Europa guarda a questo processo con molta attenzione e chiederà conto all’Italia. A Corigliano-Rossano si sta progettando, ma di concreto al momento poco o nulla. L’Assessore con delega anche alla Digitalizzazione Mauro Mitidieri, oltre a chiarire alcuni aspetti che riguarda la parte degli archivi punta «alla fluidificazione dei processi amministrativi protesi a consentire ai cittadini di poter fruire di importanti servizi rimanendo a casa, tutelare correttamente dati sensibili, alfabetizzare informaticamente i dipendenti, sincronizzare servizi e settori». A tal riguardo sono stati assunti tre digital manager «i quali, attraverso un confronto quotidiano, hanno già favorito l’adozione di quelle basi informatiche assolutamente necessarie per la successiva costruzione di un comune digitale, obiettivo oggi quanto mai alla nostra portata e che consentirà certamente di digitalizzare processi complessi e non solo archivi».