IL FATTO – Secondo l’accusa il medico, nella sua qualità di direttore responsabile del servizio vaccinazioni, in cooperazione con altri medici ed infermieri, non avrebbe vigilato affinché tutti i vaccini appartenenti ad un lotto sospettato di aver subito alterazioni venisse restituito alla ditta produttrice inoculando così una dose imperfetta del vaccino ad una paziente. Da qui la denuncia e l’apertura del procedimento che si è svolto per numerose udienze durante le quali sono stati sentiti diversi testi ed ascoltato il parere di consulenti medici.
La difesa del dirigente medico ha incentrato la propria attenzione sul fatto che a livello accademico internazionale mancasse qualsiasi prova scientifica circa la nocività del farmaco inoculato e come non fosse imputabile, quindi, alla propria cliente nessuna condotta negligente. Tesi questa condivisa dall’organo giudicante.